In parlamento

Nel Dl Scuola l’emendamento del Governo che corregge l’Isee: i trattamenti per i disabili non faranno più reddito

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

«Sono esclusi dal reddito disponibile (considerato ai fini Isee, ndr) i trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, comprese le carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità, laddove non rientranti nel reddito complessivo ai fini Irpef». Isee per disabili , si cambia. E si torna alla situazione ex ante, cioè al computo dell’Indicatore della situazione economica equivalente per i diversamente abili, così come normato dalla disciplina precedente l’adozione del nuovo regolamento.

La modifica, attesissima e richiesta fin dai tempi di discussione della nuova disciplina dell’Isee (Dpcm 159/2013) , è contenuta nell’emendamento del Governo al DDl 2299 di conversione del Dl Scuola. Un testo che recepisce, a tre anni di distanza, le richieste avanzate dalle associazioni di pazienti disabili fin dalla fase di elaborazione del Dpcm che revisionato l’Isee e che soprattutto motiva l’«urgenza» della nuova norma con la necessità di «conformarsi al giudicato dei giudici amministrativi». Il Consiglio di Stato sez IV con le tre sentenze 838, 841 e 842 del 2016 aveva infatti respinto l’appello sulle sentenze del Tar Lazio che impongono all’amministrazione - come si legge nella Relazione illustrativa all’emendamento - di non includere più tra i trattamenti esenti considerati dal regolamento parte della nozione di reddito “disponibile”, talune prestazioni in favore delle persone con disabilità».
Ancora: la sentenza 2459 del 2015 del Tar Lazio-Roma impone la «revisione della previsione regolamentare di differenziazione delle franchigie tra minorenni e maggiorenni disabili». Tradotto nell’emendamento governativo: l’incremento delle franchigie previsto dal Dpcm 159 per i soli minorenni andrà anch’esso rivisto, così che la maggiorazione dello 0,5% al parametro della scala di equivalenza valga per ogni componente con disabilità media, grave o non autosufficiente.
Modifiche di rilievo: nella Relazione illustrativa si stima - sulla base del numero di Dsu (Dichiarazioni sostitutive uniche) presentate da persone con disabilità - che sia interessato circa il 20% della popolazione che presenta una dichiarazione Isee, pari nel 2015 a 4,5 milioni di nuclei familiari. E per gli effetti stimati sul numero di potenziali beneficiari della nuova norma il comma 5 del nuovo articolo presentato dal Governo prevede derivi un maggio onere complessivo per il Bilancio statale, a decorrere dal 2016, pari a 1 milione di euro l’anno, a cui provvedere mediante «corrispondente riduzione della dotazione del Fondo nazionale per le politiche sociali».


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