In parlamento

Dirindin (Pd): «Provvedimento atteso 70 anni. Il settore aveva bisogno di adeguamenti importanti»

di L.Va.

«Il compito di aggiornare un provvedimento vecchio di 70 anni è senz'altro arduo e impone inevitabilmente di stabilire delle priorità. Più volte abbiamo sottolineato la necessità che i governi, nazionali e regionali, dedichino maggiori energie al settore sanitario, settore che gode certamente di un impianto solido e riconosciuto come fra i più avanzati a livello europeo ma che, dopo tanti anni, necessita di una manutenzione, soprattutto in relazione all`evoluzione del settore, delle strategie di promozione della salute e delle esigenze imposte dalla crisi economica». Lo ha detto la senatrice Nerina Dirindin, capogruppo Pd in commissione Sanità nella dichiarazione di voto sul ddl Lorenzin.
«Alcuni passaggi del provvedimento - ha spiegato Dirindin - evidenziano la volontà di profondo rinnovamento: le nuove regole sulle sperimentazioni cliniche ad esempio pongono le basi per una ricerca indipendente, con standard internazionali, capace di gestire i conflitti di interesse, volta a migliorare la pratica clinica e a sostenere gli studi clinici senza scopo di lucro. L'auspicio è che il governo dia rapidamente attuazione alla delega (è previsto entro 12 mesi), nell`interesse del mondo della ricerca e di tutti i cittadini.
«Il secondo passaggio - ha sottolineato Dirindin - riguarda la disciplina sugli ordini professionali, il cui riordino può costituire un passo importante proprio nella direzione di fissare regole a tutela del paziente sul quale auspichiamo gli ordini vorranno intensificare i loro sforzi a sostegno del sempre più necessario rafforzamento del rapporto di fiducia fra cittadini e professionisti, combattendo l`abusivismo, le opacità fiscali, i cedimenti etici, l`autoreferenzialità e la disarmonie (qualche volta veri e propri conflitti) fra le diverse professioni. Va poi sottolineato che il provvedimento riconosce e valorizza molte professioni sanitarie che da tempo svolgono un ruolo non certamente residuale nei percorsi di cura, a partire dalle professioni infermieristiche, di ostetrica, tecnici di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione, ma non solo. Riconoscere pari dignità (in materia di disciplina degli ordini) a tali professioni significa non solo riconoscerne il valore ma anche abbattere un pezzettino di quel muro che per troppo tempo ha ostacolato la necessaria integrazione delle professioni nel quotidiano lavoro di cura delle persone».
«Con l'articolo 9 - ha aggiunto la senatrice PD - si è poi voluto introdurre fra le circostanze aggravanti per i reati contro la persona (art 61 del codice penale) l`avere commesso il fatto in danno di persone ricoverate in strutture sanitarie e socio-sanitarie: un grave reato che purtroppo è ancora osservato e denunciato in troppe realtà e rispetto al quale dovranno, mi auguro, essere rafforzati i controlli delle amministrazioni competenti e messi in atto strumenti di prevenzione, affinché possano essere evitati reati e comportamenti disumani contro le persone».
«I diritti e le norme vivono se c`è un popolo che vi si affeziona, che li sa coltivare, che li assume come guida dei comportamenti quotidiani, come ci ricorda Michele Ainis, e allora, una volta approvata la norma da parte del Parlamento, il testimone e la responsabilità passeranno ora in capo a chi ha il dovere di farla vivere: il Ministero della salute, le Regioni, gli Ordini professionali, il Ministero dell`Università (per la formazione degli specializzandi), fino a ogni singolo professionista del settore sanitario», ha concluso Dirindin.


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