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Società di mutuo soccorso allo specchio: serve coesione per il rilancio. Presentata la prima indagine italiana

di Lucilla Vazza

Le società di mutuo soccorso sono la più antica forma di assistenza e di tutela di lavoratori e cittadini, pensate nell’800 quando non esisteva nulla di lontanamente immaginabile ai nostri sistemi sanitari moderni. Il nostro sistema mutualistico ha radici antiche. Ma finora non era mai stato fatto un approfondimento, una fotografia che ne tratteggiasse i contorni, anche rispetto agli aggiornamenti normativi che si sono susseguiti negli ultimi anni e che forse ne hanno anche cambiato (in parte) il Dna. L’associazione Isnet, che si occupa di promozione e sviluppo delle imprese sociali ha lanciato l’iniziativa di questo “censimento”, oltre che numerico, qualitativo. Chi sono oggi le mutue? Che fanno? A chi si rivolgono?

I numeri
La Ricerca dell'Associazione Isnet ha contato 1.114 società in tutta Italia; ma solo 509 possono dichiararsi «attive», cioè che svolgono attività non occasionali a favore dei soci che versano quote annuali. Le altre rientrano in casistiche differenti (attività saltuaria senza raccolta quote annuali, patrimonio immobiliare senza attività sociale ecc.). Successivamente è stato definito un panel di 200 di esse su cui è stata eseguita l'indagine.
La ricerca restituisce il quadro di un settore dinamico e in evoluzione: complessivamente il 54,5% delle organizzazioni del Panel Isnet svolge già attività di tipo socio-sanitario attraverso convenzioni con strutture sanitarie, rimborsi per ricoveri ospedalieri, assistenza infermieristica domiciliare e ospedaliera, coperture per cure odontoiatriche e altro; della restante porzione, una su tre prevede di attivarsi in questa direzione nel prossimo futuro.
Per queste società di mutuo soccorso, tuttavia, l'attività sanitaria si integra con altre attività, come ad esempio iniziative culturali, legate all'istruzione e alla formazione, di sostegno alle famiglie. Un 9%, invece, svolge esclusivamente attività socio sanitaria. In generale, la previsione di sviluppo della base associativa fornita dalle intervistate, rivela per il 2017 un incremento medio del 5,5% sull'attuale numero dei soci. La percentuale sale al 16.7% tra le società di mutuo soccorso che svolgono in via esclusiva attività socio-sanitarie.

Lorenzin: «Patrimonio informativo prezioso
»La ministra della Salute, Beatrice Lorenzin, che ha inviato un messaggio durante la presentazione ha sottolineato che l'indagine rappresenta «un patrimonio informativo unico e prezioso che ci permetterà di “orientarci” in un settore destinato ad acquistare un'importanza sempre maggiore nel campo della salute» e per promuovere «un dibattito costruttivo e per sviluppare argomentazioni interessanti». La ricerca restituisce il quadro di un settore dinamico e in evoluzione: complessivamente il 54,5% delle organizzazioni del panel Isnet svolge già attività di tipo socio-sanitario attraverso convenzioni con strutture sanitarie, rimborsi per ricoveri ospedalieri, assistenza infermieristica domiciliare e ospedaliera, coperture per cure odontoiatriche e altro; della restante porzione, una su tre prevede di attivarsi in questa direzione nel prossimo futuro.
Per queste società di mutuo soccorso, tuttavia, l'attività sanitaria s’integra con altre attività, iniziative culturali, nel campo dell’istruzione e della formazione, ma anche del sostegno alle famiglie, ecc.

Patriarca (Pd): «Ripartire da questa’indagine per una proposta unitaria»
«Un'indagine che ha molta rilevanza - ha commentato Edoardo Patriarca (Pd), presidente del Centro nazionale per il volontariato - perché svela dimensioni e caratteri del fenomeno in Italia: più in generale il ruolo delle società di mutuo soccorso è strategico per tutto il Paese, e non solo per la sanità». Ma non solo perché Patriarca ha sottolineato l’importanza che il settore possa trovare una coesione per formulare proposte concrete e unitarie al Governo «Per una voltaci troviamo con un esecutivo interessato a sentire la voce del terzo settore, e anche del mutualismo, ma bisogna partire da oggi, con la base di questa indagine per rilanciare le società di mutuo soccorso come soggetti attuali, in grado di dare risposte oltre il dualismo pubblico-privato». E l’esempio della sanità che non è il solo ambito delle mutue, calza a pennello: «Tra un pubblico che fa fatica e un privato aggressivo, le mutue possono fare la differenza, offrire qualcosa di interessante. Per la riforma del terzo Settore c’è un anno di tempo per scrivere i decreti attuativi. Fatevi sentire». E un discorso simile si può estendere alla legge sul dopo di noi: cosa faranno le mutue per i disabili rimasti soli?

Per Laura Bongiovanni, presidente dell'Associazione Isnet e curatrice dell'indagine: «La ricercariveste particolare importanza perché è la prima del genere in Italia e riteniamo importante il monitoraggio dell'evoluzione delle società di mutuo soccorso e delle loro dinamiche. Sarà un utilissimo indicatore in primis per prevedere l'impatto sociale, quindi le possibili ricadute delle attività del mututalismo sul sistema socio-sanitario italiano, e in secondo luogo, ma non meno importante, per indirizzare le politiche e le azioni di governo».


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