In parlamento

Ddl Lorenzin, gli odontoiatri ribadiscono il ruolo forte degli Ordini

«Gli Ordini non sono stati istituiti per favorire gli iscritti. Gli Ordini esistono a tutela della salute dei cittadini e della professione». Lo ha ribadito ieri , di fronte alla Commissione Affari sociali della Camera, il segretario nazionale della Commissione Albo odontoiatri, Sandro Sanvenero, nel corso delle audizioni sul Ddl Lorenzin che disporrà il riordino delle professioni sanitarie.
A supporto di questa sua affermazione, Savenero ha portato dati precisi: quelli sui ricorsi contro i provvedimenti disciplinari irrogati dagli Ordini presentati alla Commissione centrale per gli esercenti le professioni sanitarie (Cceps) , resi pubblici nel recente seminario di Verona. Secondo tali dati, sono proprio gli odontoiatri a ricorrere di più alla Commissione perché hanno ricevuto dal proprio Ordine una sanzione, e gran parte di queste sanzioni, sempre per i dentisti, riguardano il prestanomismo e il favoreggiamento dell’abusivismo. «Commissioni disciplinari forti e attive, dunque, quelle degli Odontoiatri - spiega Sanvenero - il cui operato può però essere reso vano dallo stallo della Commissione centrale, dovuto all’attesa della sentenza della Corte costituzionale che, qualche giorno fa, ha sancito l'illegittimità di parte della sua composizione.
«Teniamo molto alla riforma della Cceps, organo che ha dato prova in 70 anni di funzionare - conclude Sanvenero - e che dunque non va eliminato ma rinnovato per una sempre maggiore garanzia della terzietà di giudizio». In Parlamento, inoltre, la Cao ha illustrato i progetti di assistenza sanitaria odontoiatrica «Solidale» che già oggi permettono l’accesso alle cure a fasce sempre più ampie di cittadini e che andranno a implementarsi in futuro.

Molti i punti all’ordine del giorno anche della relazione del presidente della Fnomceo (Federazione nazionale Ordini dei medici), Roberta Chersevani, primo fra tutti la «rivendicazione di un ruolo per gli Ordini professionali per salvaguardare la qualità, la sicurezza ma anche la sostenibilità del Ssn». E ancora, la configurazione dei nuovi «Ordini territoriali», i cui confini ricalcherebbero quelli delle province del 2012; la necessità di un ruolo forte degli Ordini nella certificazione della qualità della formazione e dell'aggiornamento continuo e nella valutazione dei fabbisogni; la ridefinizione degli Ordini, non più enti “ausiliari” ma “sussidiari” dello Stato, Enti a natura pubblicistica ma «che non devono essere riconducibili nel novero delle PA finanziate con soldi pubblici».


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