In parlamento

Specializzazione in medicina generale, dallo Smi pieno sostegno agli emendamenti in legge di Bilancio

di Smi-Sindacato medici italiani

Il settore Formazione e Prospettive del Sindacato Medici Italiani esprime soddisfazione riguardo gli emendamenti presentati alla Legge di Stabilità, e già approvati dalla Commissione Cultura Scienza e Istruzione della Camera, circa l'evoluzione del percorso formativo in Medicina Generale, la laurea abilitante e la stabilizzazione del personale medico precario.
Per Fabrizio Salemi, responsabile del settore giovanile dello Smi, a distanza di 12 mesi dalla mancata finalizzazione degli emendamenti presentati alla Camera circa il miglioramento dell'accesso e delle condizioni economiche dei colleghi in formazione in Medicina Generale, è positivo «che l'attenzione non sia calata e che le proposte siano state implementate da una ulteriore evoluzione della formazione in Medicina Generale verso una specializzazione universitaria.
«I contenuti di tali emendamenti - mette in risalto il dirigente nazionale Smi - sono da sempre parte integrante del programma formativo medico del nostro Settore. La laurea abilitante permetterebbe di ridurre le tempistiche di accesso alla formazione post-lauream e all'ingresso nel mondo del lavoro non compromettendo la preparazione che finirebbe per essere soltanto anticipata. L'evoluzione del CFSMG (il corso di formazione del settore) in scuola di specializzazione e la conseguente equiparazione economica darebbero a chi decide di formarsi in Medicina Generale la giusta dignità formativa ed economica.
L'ulteriore modifica del concorso di accesso alle specializzazione con graduatoria unica migliorerebbe tale modalità di selezione, auspicando che anche le sedi in cui tale concorso sarà espletato possano ridursi se non diventare una sede unica.
«Incomprensibile, però, notare - critica Salemi - come tale volontà di miglioramento non sia unanimamente condivisa: la FNOMCEO, che ci rappresenta, anziché sostenere favorevolmente questo processo ne contesta il metodo anziché avallarne il merito.
E stride come la FIMMG non voglia adeguarsi ad un percorso formativo, ormai realtà in quasi ogni parte d'Europa, da svariati anni. Come tali opposizioni trovino le loro fondamenta su preoccupazioni già da tempo sconfessate. Per esempio - spiega - il concetto di specificità regionale tipica della Medicina di Famiglia, come motivazione da opporre alla graduatoria unica nazionale, non coincide con il concetto di titolo di formazione spendibile in tutta Europa e con la puntuale necessità che hanno molti colleghi formati nel Sud Italia di dover cambiare regione per iniziare la loro attività lavorativa. Le equipollenze 'pericolose' - aggiunge - sono un altro dei timore infondati, non esistendo nelle altre nazioni europee e dovendo necessariamente continuare ad essere il titolo formativo in Medicina Generale il requisito necessario per l'esercizio della stessa. Scontato sottolineare che l'unica equivalenza immaginabile debba essere quella con i medici che abbiano già terminato il CFSMG. Infine - conclude Salemi- un emendamento che prevede la stabilizzazione di numerosi colleghi precari non può che ricevere l'apprezzamento e il sostegno di tutta la categoria. Come sempre Il nostro settore resterà disponibile ad ogni forma di confronto auspicando che possa esserci dialogo tra tutte le parti in causa ma che tale dialogo non prescinda dalla volontà comune di vedere evolvere il percorso formativo in Medicina Generale. A tal proposito si spera che si possa dar seguito quanto prima all'incontro avuto nel Luglio scorso al Miur con lo staff del Sottosegretario Faraone per poter iniziare un percorso di riforma che coinvolga la formazione in medicina a 360 gradi, dall'accesso al post-lauream».


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