In parlamento

Maggioranza all’assalto del Milleproroghe

di Marco Mobili

L’idea del Governo di non ricorrere a un decreto legge “omnibus” ha scatenato la fantasia dei senatori che hanno presentato quasi 1.200 emendamenti al decreto Milleproroghe, ora all'esame della Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama. Ciò che spicca leggendo gli emendamenti pubblicati sul sito del Senato è che l'assalto alla diligenza arriva dalla maggioranza. Il Pd da solo ha depositato 395 emendamenti, un terzo del totale. Se a questi poi si volessero sommare le 188 proposte avanzate da Area popolare, i due principali partiti che sostengono il Governo si sono intestati il 50% delle proposte di modifica del decreto di fine anno.
A queste poi si devono aggiungere le istanze recapitate direttamente a Palazzo Chigi dai ministeri e che al momento sarebbero state contenute in circa una sessantina. E se il Pd è al comando della classifica delle modifiche firmate dai parlamentari tra i dicasteri ai primi posti ci sono Interno, Pubblica amministrazione ed Economia.
Tra quelle avanzate dal Mef spicca la cancellazione della partenza anticipata al 1° marzo 2017 della lotteria dello scontrino per chi acquista beni e servizi con moneta elettronica. Per la nuova lotteria “antievasione” si dovrà attendere così il 1° gennaio 2018. La ragione di una produzione così copiosa di emendamenti della stessa maggioranza è da ricercare, come spiega il relatore al Milleproroghe Stefano Collina (Pd), «soprattutto nella mancata seconda lettura della legge di bilancio». La legge con i saldi di finanza pubblica per il prossimo triennio, da sempre utilizzata dalle Camere e dal Governo per far fronte a una lunga serie eterogenea di esigenze, quest'anno è sta travolta dalla crisi del Governo Renzi. Con il risultato che i senatori sono stati chiamati, tra non poche e forse legittime polemiche, a dover ratificare il lavoro svolto in prima lettura dai colleghi della Camera. Venuta meno ora, salvo ulteriori ripensamenti, la promessa dell'Esecutivo di un dl omnibus su cui imbarcare i “mille” emendamenti rimasti nei cassetti dei gruppi parlamentari e in quelli degli uffici legislativi dei vari dicasteri s'è aperta la corsa alle modifiche del Milleproroghe.

Non solo. Per Collina a giustificare la richiesta di introdurre nuove disposizioni nel Dl di fine anno è anche l'esigenza di voler dare risposta alle crescenti esigenze che si stanno susseguendo anche in questi ultimi giorni: dagli enti locali (su cui il Governo è più propenso ad emanare un apposito Dl) al terremoto. C'è poi da valutare, sottolinea ancora il relatore, la possibilità di prorogare i tempi per l'attuazione di leggi delega tra cui ad esempio quelli della riforma della Pa (legge Madia) o quelli dell'editoria. Sui tempi Collina spiega che si partirà ad esaminare nel merito gli emendamenti tra mercoledì e giovedì, almeno per la parte di modifiche al decreto su cui la Commissione Bilancio avrà espresso il necessario parere. Al vicepresidente Salvatore Torrisi (Ap) il compito di pronunciare le ammissibilità e dettare i tempi della discussione.


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