In parlamento

Cyberbullismo, via libera della Camera alle norme anti-aggressione

di Ernesto Diffidenti

Via libero definitivo dell’Aula della Camera alla legge che contrasta il cyberbullismo. Il testo è stato approvato a Montecitorio senza contrari: i voti a favore, infatti, sono stati 432 accompagnati da una sola astensione.

Tra le novità del testo - che ha richiesto ben quattro passaggi parlamentari - figurano la definizione del fenomeno e la possibilità, per il minore (anche senza che il genitore lo sappia) di chiedere direttamente al gestore del sito l’oscuramento o la rimozione della “cyber aggressione”. Nel caso in cui il gestore ignori l’allarme, la vittima, stavolta con il genitore informato, potrà rivolgersi al Garante per la Privacy che entro 48 ore dovrà intervenire.

Il disegno di legge istituisce, tra l’altro, un Tavolo tecnico interministeriale presso la Presidenza del Consiglio con il compito di coordinare i vari interventi e di mettere a punto un Piano integrato contro il bullismo via web. E stabilisce la “procedura di ammonimento” come nella legge anti-stalking: il “bullo” over 14 sarà convocato dal Questore insieme a mamma o papà e gli effetti dell’«ammonimento» cesseranno solo una volta maggiorenne.

Ogni scuola dovrà individuare tra i professori un addetto al contrasto e alla prevenzione del “cyberbullismo” che potrà avvalersi della collaborazione delle Forze polizia.

«Oggi è una bella giornata per il Parlamento», ha detto la presidente della Camera Laura Boldrini ricevendo, dopo il via libera definitivo alla legge, Paolo Picchio, il padre della prima vittima del cyberbullismo accompagnato dalla senatrice Elena Ferrara e dal relatore a
Montecitorio del testo Paolo Beni. Carolina, 14 anni, aveva subito violenza sessuale
da parte di un “branco” che poi aveva postato il video, aggiungendo insulti e scherno. La ragazza si è poi suicidata nel gennaio del 2013. «Abbiamo mantenuto una promessa - ha aggiunto Boldrini - dando uno strumento utile a chi deve aiutare i nostri fogli a proteggersi».

Il commento della ministra dell’Istruzione
Il ministero dell’Istruzione, ha annunciato dal canto suo la responsabile, Valeria Fedeli, è già al lavoro «perché la legge trovi piena attuazione». «Con questo provvedimento - ha sottolineato Fedeli - mettiamo al centro la tutela delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. Lo facciamo, in un’ottica di prevenzione, a partire dalla scuola che è luogo principale di formazione, di inclusione e accoglienza. Finalmente abbiamo imboccato la strada giusta».

Nei giorni scorsi il ministero ha già riunito la Conferenza dei coordinatori regionali degli Uffici scolastici sul bullismo per attivare immediatamente la ricognizione dei docenti in
ciascuna istituzione scolastica, così come richiesto dalla legge appena approvata. «I referenti - spiega il provvedimento - coordineranno le iniziative di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo, anche avvalendosi della collaborazione delle Forze di polizia nonché delle associazioni e dei centri di aggregazione giovanile presenti sul territorio».

Le risorse stanziate
La nuova norma stanzia circa 200mila euro annui per le esigenze connesse allo svolgimento delle attività di formazione in ambito scolastico e territoriale finalizzate alla sicurezza dell’utilizzo della rete internet e alla prevenzione e al contrasto del cyberbullismo. Sulla possibilità che tale cifra possa ritenersi idonea, l’Unicef «condivide i dubbi sollevati in fase di discussione in Aula, specie se si considera le circa 40mila scuole presenti sul territorio nazionale».

Il ruolo del Garante per la privacy
Per Antonello Soro, presidente dell’Autorità garante per la privacy l’approvazione definitiva del ddl sul cyberbullismo «è un risultato importante e atteso da tempo. Particolarmente positiva è la scelta di coniugare approccio preventivo e riparatorio, grazie alla promozione dell'educazione digitale e alla specifica procedura di rimozione dei contenuti lesivi della dignità del minore».
«L’Autorità si impegnerà a svolgere, con la responsabilità che a tale alto compito si addice - ha sottolineato Soro - l’importante funzione di garanzia assegnatale dalla legge anche in questo contesto. E' infatti fondamentale garantire la tutela di una generazione tanto più iperconnessa quanto più fragile, se non adeguatamente responsabilizzata rispetto all'uso della rete. Confidiamo che ai nuovi compiti corrispondano nuove indispensabili risorse umane».


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