In parlamento
I conti del decreto vaccini, tutti i dubbi del Servizio bilancio Senato
di Barbara Gobbi
«Anche se le stime riportate (...) si riferiscono al dato a 24 mesi dalla nascita (già a 36 mesi sembrerebbero registrarsi già attualmente tassi di adesione superiori), si rappresenta, in sostanza, la possibilità, non valutata dalla RT, che maggiori oneri rispetto a quelli teoricamente già calcolati sulla base dei nuovi Lea si presentino anche per tutte le 9 vaccinazioni appena considerate (4+2+3), in relazione ad un eventuale superamento della quota del 95%, assunta come obiettivo auspicabile di politica sanitaria». A rilevare la possibilità di «maggiori oneri», derivanti dall’applicazione del decreto legge n. 73 che introduce l’obbligo vaccinale a scuola (AS 2856) - ora all’esame della commissione Igiene e Sanità - è il Servizio bilancio del Senato nel dossier 185. Una prima considerazione sull’impatto di spesa deriva in buona parte - a pare degli estensori del report - dai riflessi che l’introduzione dell’obbligo avrebbe sull’aumento delle coperture vaccinali: l’incremento delle sanzioni, la non ammissione a scuola, la segnalazione della Procura prevista dal decreto e il ripristino dell’obbligatorietà anche nelle regioni in cui era stata eliminata, potrebbero insomma «condurre a un superamento dell’obiettivo del 95%» di soglia minima, indicata sulla base dei parametri Oms. Per questo, secondo il Servizio bilancio, sarebbe opportuno valutare l’inserimento di una clausola di monitoraggio costante dei vaccinati, così da esser pronti a recuperare risorse per un’adesione oltre il 95%.
Non solo: la lente d’ingrandimento del Servizio bilancio si concentra su possibili aggravi organizzativi e lavorativi, «tali da richiedere il ricorso a maggior lavoro straordinario e nelle Asl, soprattutto a livello di personale impiegatizio e infermieristico, con conseguenti maggiori oneri finanziari». Considerazione analoga viene fatta per l’“arruolamento” delle scuole, da sottoporre a formazione - i tecnici si chiedono se il programma di addestramento sia adeguato a quanto richiesto dalla norma oppure risponda «soltanto all’obiettivo di contenere l’onere entro i 200mila euro stanziati» - e a cui chiedere, forse, «un maggior ricorso al lavoro straordinario». Possibilità che appaiono «chiaramente suscettibili di determinare maggiori oneri a carico della finanza pubblica».
Ancora: «Non appaiono persuasive - si legge nel dossier - nemmeno le considerazioni svolte dalla Relazione tecnica in ordine alla questione dei minori stranieri non accompagnati», che per chi ha scritto il decreto legge si ascriverebbero tra gli oneri che trovano già copertura nell’ambito del finanziamento previsto per il Ssn. Due le osservazioni del Servizio bilancio: che il numero di questi minori è sul nostro territorio in deciso aumento (dai 5.489 del 2015 ai 7.546 del 2016), che non è chiara la disponibilità dei Fondi d’emergenza nell’ambito del Fondo sanitario nazionale da destinare a questo scopo.
Infine, è l’appunto, la Rt non si sofferma sulla questione degli indennizzi dovuti per danni permanenti derivanti dalle vaccinazioni obbligatorie. «Sarebbero necessarie stime» in merito, è la considerazione. Come, del resto, ne servirebbero, di stime, circa l’ammontare dei risparmi che «certamente si realizzeranno» per la minore necessità di apportare cure a persone affette dalle malattie per le quali ora si chiede l’estensione della copertura vaccinale.
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