In parlamento

Obbligo a scuola, vaccini somministrabili anche in farmacia

di Red. San.

Via libera della commissione Igiene e Sanità del Senato all’emendamento all’articolo 1 che consente la somministrazione dei vaccini da parte dei medici, con la collaborazione degli infermieri, anche in farmacia. Spetterà a un Dm della Salute stabilire le modalità, in attuazione del capitolo del Patto salute sulla farmacia dei servizi. Rimandato all’esame della Bilancio, invece, quello che prevede la vaccinazione anche di operatori sanitari, sociosanitari e scolastici. Queste le principali novità dell’ultima seduta in cui la XII del Senato ha proseguito l’esame del Ddl di conversione del Decreto 73 sull’obbligo vaccinale a scuola. L’esame degli emendamenti è di nuovo in calendario per lunedì prossimo in notturna, mentre già martedì 11 luglio il testo è stato calendarizzato per l’Aula, prima del provvedimento sullo “Ius soli”.
L’emendamento presentato da D’ambrosio Lettieri, Mandelli e Rizzotti, prevede che i medici, «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, con decreto del ministero della Salute, sono autorizzati a somministrare i vaccini presso farmacie aperte al pubblico». Sarà poi la farmacia che «previo rilascio della certificazione gratuita relativa all'avvenuta vaccinazione, procede all’invio della stessa al competente servizio dell’Asl».

«La possibilità di somministrare i vaccini in farmacia è un’ottima novità e ne potranno beneficiare in particolare le persone che si trovano in aree isolate o disagiate», ha commentato la ministra Lorenzin. Soddisfatta anche la presidente della Commissione Emilia Grazia De Biasi (Pd). «L’emendamento - spiega la senatrice - rimanda a un principio previsto del Patto della Salute che riguarda la Farmacia dei Servizi. Bisogna considerare infatti che spesso, in alcune aree del paese, le farmacie rurali sono l’unico presidio sanitario nel raggio di chilometri ed è anche faticoso recarsi presso una Asl che ha sede a diversi chilometri di distanza».
L’esame del testo in Commissione riprende con l'articolo 4, e in particolare con l'emendamento che prevede l’istituzione dell’anagrafe vaccinale. Una novità particolarmente importante, commenta Patrizia Manassero (Pd), relatrice del decreto in Commissione Sanità, “perché consentirà a tutti gli italiani, dalla prima infanzia, di avere una propria storia vaccinale ma soprattutto consentirà di verificare lo stato delle vaccinazione nel nostro Paese».
«Si stanno facendo dei correttivi, alcuni dei quali sicuramente migliorativi. Ma migliorano solo gli elementi di contorno mentre l'impianto che prevede l’obbligatorietà è lo stesso e per noi resta sbagliato». È il commento di Nerina Dirindin (Mdp) che aggiunge: «Nelle votazioni sugli emendamenti, siamo stati sempre sul filo del rasoio per numero di voti e la spaccatura che c’è in Commissione sul decreto riflette la spaccatura che c’è nel Paese».


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