In parlamento

Vaccini, il decreto verso la fiducia dell’Aula

di B.Gob.

Quattro giorni di lavoro in commissione Affari sociali, con la XII impegnata dall’indomani del voto in Aula al Senato - giovedì 20 luglio - e anche di domenica, in un «clima di ascolto e non di contrapposizione», come ha tenuto a definirlo il presidente Mario Marazziti. Ma ovviamente, poiché i tempi per una modifica del testo non c’erano (il Dl scade il 6 agosto), i 230 emendamenti sono stati tutti discussi e bocciati. In vista dell’Aula, che a partire da mercoledì 26 luglio alle 16,30 avvierà l’ultima tranche dell’esame di un provvedimento che prima dalla Igiene e Sanità e poi da Palazzo Madama è stato profondamente rivisto.

Il voto di fiducia - che il Governo al Senato ha preferito non chiedere «per garantire un dibattito approfondito», ha spiegato la ministra della Salute Lorenzin - è previsto
alle ore 12.00 di venerdì 28 luglio.

In queste settimane l’opposizione non ha mai desistito dal dare battaglia. Se in Aula al Senato M5S, Lega e Ap, ma anche qualche voce del Pd fuori dal coro, hanno fatto scintille, l’ultima tranche del dibattito si delinea comunque serrata. A preannunciarlo, da ultimo, è la lettera inviata dalla deputata pentastellata Giulia di Vita al presidente della Repubblica, con la quale chiede un suo intervento «per far rispettare la Costituzione e assicurare un corretto iter del decreto alla Camera». «La bocciatura a priori di tutti gli emendamenti, presentati dai gruppi parlamentari in commissione - scrive ancora Di Vita a Sergio Mattarella - è stata decisa solo per ragioni politiche. Il relatore del provvedimento e il rappresentante del Governo hanno blindato così il testo del decreto sui vaccini, sminuendo il ruolo istituzionale dei deputati».


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