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Ddl concorrenza: per Assofarm il tetto deve scendere al 10% su base comunale

«Pur non essendo contrari aprioristicamente all’ingresso dei capitali, esprimiamo una netta contrarietà al tetto del 20% su base regionale delle proprietà di farmacie da parte di uno stesso soggetto giuridico». Lo afferma Venanzio Gizzi, presidente di Assofarm, l’associazione che riunisce le farmacie comunali. «Come noto - aggiunge - la nostra Federazione, si era battuta per portare questo limite al 10%, non più su base regionale ma comunale, fermo restando che non potendo le norme essere di natura retroattiva non venivano intaccate le consistenze attuali delle nostre aziende. Il cambiamento del parametro territoriale non era di poco conto, perché solo così si poteva tutelare l'esistenza delle farmacie rurali. Una presenza davvero imprescindibile per la tenuta dell'assistenza sanitaria pubblica in aree geograficamente svantaggiate».

Secondo Assofarm l’approvazione della legge apre «al concreto rischio di avere cinque soggetti capaci di controllare tutta la distribuzione del farmaco a livello nazionale, e in particolare di quella più commercialmente appetibile». «Siamo coscienti che il problema non è la natura giuridica o la dimensione aziendale della proprietà delle farmacie - spiega Gizzi -. Noi stessi di Assofarm abbiamo tra i nostri associati gruppi multinazionali coi quali condividiamo appieno valori e strategie. Ciò che ci preoccupa è la creazione di un quadro normativo che potrebbe prefigurare posizioni di oligopolio e condurre il sistema a derive commerciali contrarie al senso della farmacia. Privata o pubblica che sia, la farmacia italiana deve rimanere uno strumento totalmente votato alla tutela della salute del cittadino. Gli utili di bilancio devono essere uno strumento, non il fine».

«La priorità del nostro agire - conclude Gizzi - dovrà essere quella di diventare noi stessi soggetti più grandi in termini di capacità manageriali, fatturati, farmacie possedute da un’unica azienda. Da tempo parliamo di unione tra aziende farmaceutiche pubbliche, gruppi di acquisto e gestioni unificate di funzioni amministrative. E' ora di passare ai fatti».


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