In parlamento

Ddl concorrenza: l’Andi non esclude contenziosi

L’Associazione nazionale dentisti italiani (Andi) «non esclude ricorsi» contro il ddl Concorrenza appena approvato. Lo afferma il presidente Gianfranco Prada, aggiungendo che la nuova legge «rischia di aprire un fronte di contenziosi su quale tipo di società possa
esercitare l’odontoiatria».C'è voluto il voto di fiducia richiesto dal Governo per poter approvare definitivamente ieri, dopo oltre trenta mesi di discussione, la Legge sulla Concorrenza.

Il Ddl concorrenza, così come è stato approvato in via definitiva, «pur rimediando ad alcune storture rispetto a versioni precedenti e ponendo limiti alle società commerciali con l’obbligo del direttore sanitario odontoiatra presente in ogni singola struttura - scrive l’Andi - non ci soddisfa perché non risolve il problema fondamentale della tutela del valore costituzionale della salute e della tutela delle professioni protette e regolamentate prevista dalla Costituzione. Proseguiremo dunque le nostre battaglie, supportate da forti pareri legali e giuridici, al fine di evitare che la professione venga esercitata da società non conformi alle norme e non registrate all’apposito registro tenuto presso gli Ordini provinciali, con chiari rischi per la tutela dei pazienti e della loro salute».

Andi in questi anni, insieme a Commissione albo odontoiatri (Cao) e all’Associazione italiani odontoiatri (Aio), ha combattuto affinché si arrivasse a riconoscere esplicitamente che l’unica forma di società ammessa nell'ambito della professione fosse la società tra professionisti (peraltro, contraddittoriamente, nella stessa legge approvata, sottolinea Andi, «un comma indica che le società tra avvocati possono essere solo società tra professionisti, con i professionisti che devono avere sempre la maggioranza»). «Purtroppo - conclude Prada - le forze politiche non hanno capito l'importanza di questa richiesta e di possibili danni, denunciati anche dalle associazioni dei consumatori, per i cittadini bisognosi di cure».


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