In parlamento

Cannabis, corsa contro il tempo alla Affari sociali per l’uso terapeutico

di Rosanna Magnano

Si avvicina per molti pazienti la possibilità di assumere farmaci a base di derivati naturali o sintetici della cannabis indica. La proposta di legge che disciplina l'uso terapeutico di questo stupefacente, in prima lettura alla Camera in Commissione Affari sociali, è stata calendarizzata in Aula per il 27 settembre. «I tempi sono un po' stretti - spiega la relatrice del provvedimento Margherita Miotto (Pd) - e bisognerà correre un po'. Martedì scorso sono stati presentati un centinaio di emendamenti ma sul testo base si è registrato un ampio consenso e se sarà approvato in questa versione, il via libera del Senato, soprattutto dell'area centrista, non dovrebbe trovare ostacoli». Una corsa contro il tempo che partirà la prossima settimana, quando la XII voterà gli emendamenti, poi il testo passerà al parere delle commissioni competenti. «Tra gli obiettivi della proposta di legge – continua la relatrice - rendere più omogeneo l'accesso, avviare una produzione nazionale che ci svincoli dalle importazioni e consolidare le conoscenze scientifiche sull'efficacia terapeutica della cannabis, anche alla luce della crescente sensibilità verso il trattamento del dolore, che vede l'Italia all'avanguardia con la legge 38/2010».

Formazione dei medici, semplificazioni e prescrizioni appropriate
Il disegno di legge prevede attività di formazione degli operatori sanitari sull'uso appropriato di cannabis indica. Vengono semplificate le procedure per la prescrizione che potrà essere sottoscritta da un medico di medicina generale, da un medico di continuità assistenziale o da un ospedaliero. Le ricette dovranno essere in duplice copia su moduli predisposti dal ministero della Salute e distribuiti da tipografie autorizzate. Servirà il timbro personale del medico e non si potrà prescrivere un dosaggio per cure della durata superiore a un mese. Anche il trasporto dei farmaci a base di cannabis sarà possibile solo se l'interessato sarà munito di una dichiarazione medica per l'effettuazione di terapie domiciliari. Altri aspetti affrontati dal provvedimento sono la somministrazione in ospedale, l'acquisto dall'estero e le coltivazioni autorizzate, che saranno individuate con uno specifico regolamento su criteri e modalità di produzione. «Si tratterà in ogni caso di produzioni indoor e regolamentate in modo specifico - continua Miotto - che dovranno essere avviate per coprire il fabbisogno nazionale, che sarà stabilito annualmente dalle regioni».

L'efficacia farmacologica dei cannabinodi
Ad attendere il sì della politica ci sono malati oncologici in chemioterapia, persone affette da sclerosi multipla, lesioni del midollo spinale o da disturbi alimentari come l'anoressia. L'efficacia farmacologica dei cannabinoidi si basa su prove scientifiche e sperimentazioni sempre più diffuse a livello mondiale. Secondo pubblicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità, la cannabis si rivela efficace nel trattamento della nausea in pazienti affetti da neoplasie, ma anche come antidepressivo, antispasmodico e stimolante dell'appetito. E da alcune prove scientifiche risulta che l'uso di cannabinoidi consente di ridurre i dosaggi degli analgesici oppiacei, come la morfina, necessari a trattare il dolore di pazienti oncologici.

La possibilità di nuove indicazioni terapeutiche
Dopo un progetto pilota di due anni, lo scorso febbraio una circolare del ministero della Salute ha già trasmesso informazioni a medici e farmacisti sul prodotto Cannabis FM-2, per la prescrizione magistrale e per la preparazione del decotto in relazione a sei indicazioni specifiche. E ha definito l'uso della cannabis non come «una terapia propriamente detta, bensì un trattamento sintomatico di supporto ai trattamenti standard». Con la proposta di legge sull'utilizzo a fini terapeutici si fa un passo avanti. «Se sarà approvata - spiega la relatrice Miotto - si potranno avviare con l'aiuto dell'Aifa studi clinici per estendere l'uso anche ad altre indicazioni». Un utilizzo quindi sotto stretto controllo medico e limitato a prodotti di provenienza garantita da acquistare in farmacia o da assumere in ospedale. «È esclusa ogni forma di autocoltivazione da parte dei pazienti - chiarisce la deputata - e voglio ricordare che la scelta di estrapolare l'uso terapeutico a livello normativo viene dalle indicazioni ricevute da tutti i soggetti ascoltati dal Parlamento in audizione, che hanno fortemente raccomandato di distinguere l'utilizzo terapeutico dall'eventuale dibattito sulla legalizzazione dell'uso ludico. Ricordiamo ancora che si tratta di una sostanza stupefacente, come la stessa morfina utilizzata nella terapia del dolore, sottoposta quindi a controlli severi e convenzioni internazionali».


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