In parlamento

Questo fine legislatura sia la rampa per la sanità del futuro

di Giulia Grillo (deputata MoVimento 5 Stelle in commissione Affari Sociali)

Vi scrivo in relazione all’articolo da voi pubblicato in data 31 ottobre “6° Healthcare Summit del Sole-24Ore/ L'innovazione salverà il Servizio sanitario nazionale” . Un argomento di indubbio interesse rispetto al quale vorrei proporre qui una mia riflessione.
Non so se l’innovazione salverà il Servizio sanitario nazionale. So però che i governi che si sono susseguiti in questa Legislatura non hanno favorito questo processo. Siamo infatti in presenza di un sistema che vede ampie disuguaglianze nell’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (Lea). Un solo esempio al riguardo: la Toscana, nell’ultimo monitoraggio del Ministero della Salute (anno 2015), ha doppiato nel punteggio la Campania, con 212 contro 106. Senza considerare che alcune regioni hanno visto peggiorare la propria situazione rispetto all’osservazione 2014. Tra queste c’è anche la mia regione, la Sicilia, il cui punteggio è passato da 170 a 153.
Tutti noi, cittadini e addetti ai lavori, auspicavamo che almeno quest’ultima legge di Bilancio prevedesse l’inserimento delle premesse per un cambio di direzione. Così non è stato. Se nel passato a parziale giustificazione poteva essere addotta la grave crisi economica, oggi la situazione è diversa: il Pil è in crescita ma, nonostante le previsioni continuino ad essere con il segno “più”, constatiamo con amarezza l'assenza di risorse destinate alla sanità. A fronte di questa situazione, come MoVimento 5 Stelle non mancheremo di presentare le nostre proposte di modifica ad una Legge di bilancio che non rispetta aspettative e bisogni dei cittadini.
Ad accrescere l’amarezza per la scarsa attenzione destinata al comparto salute c'è anche il fatto che alcune iniziative di rilievo sono formalmente già previste da anni, ma non vengono poi correttamente applicate. Si tratta di iniziative che davvero potrebbero portare benefici rilevanti al nostro Ssn.
Tra queste strade percorribili, ma non “battute”, ci sono la governance della farmaceutica e i dispositivi medici. Nel maggio 2016 le Regioni avevano elaborato un documento di rinnovamento nella gestione del sistema farmaceutico. Pochi mesi dopo una mia mozione, approvata all'unanimità alla Camera, aveva previsto proprio l’impegno dell'esecutivo per l'applicazione di alcuni punti previsti in quel documento (uno su tutti, l'aggiornamento del prontuario farmaceutico nazionale). Niente di tutto ciò è stato adottato o previsto nella Legge di bilancio dello scorso anno, se si esclude una rimodulazione fallimentare dei tetti di spesa. Dico fallimentare perché, nel solo primo semestre del 2017, il buco della spesa per acquisti diretti ammonta a circa 1 miliardo di euro.
Relativamente ai dispositivi medici: nonostante la Corte dei Conti (Rapporto 2017 sul coordinamento della finanza pubblica - aprile 2017 -) abbia osservato l'assenza del decreto per la certificazione del superamento del tetto di spesa a livello nazionale e regionale, e relativo ripiano, ancora oggi non è stato mosso un dito in tal senso: tutto è insopportabilmente fermo.
Altro grande tema della sanità rimasto al palo e che ha assoluto bisogno di essere rivitalizzato è il Patto della Salute . In molti probabilmente hanno già dimenticato il Patto 2014/2016. Come dargli torto: del resto lo stesso Governo ha dato una scarsa importanza all'Intesa Stato-Regioni del 10 luglio 2014 rinnegando pochi mesi dopo (comma 556 art. 1 legge 23 dicembre 2014 n. 190) quanto previsto per la determinazione del fabbisogno sanitario nazionale. Detto ciò, quel documento conteneva numerosi impegni, tra cui la revisione del sistema di partecipazione alla spesa sanitaria e delle esenzioni, con una definizione dei “contenuti della revisione del sistema entro il 30 novembre 2014”. È arrivato il momento di rispettare i “patti”, incluso quello per la sanità digitale (art. 15).
Infine, è indispensabile uscire dal pantano nel quale Governo, ministero della Salute e Regioni sono precipitate rispetto al fabbisogno di personale sanitario. La Legge di bilancio 2016 (comma 541 art. 1 legge 28 dicembre 2015 n. 208) prevedeva, “al fine di assicurare la continuità nell'erogazione dei servizi sanitari”, che le Regioni predisponessero un piano concernente il fabbisogno di personale da trasmettere al ministero della Salute entro il 29 febbraio 2016. Ebbene, da allora nulla è accaduto e l'insabbiamento è stato totale.
Cito solo questi temi, ma potrei elencarne molti altri che andrebbero realizzati e non soltanto, come invece è avvenuto, soltanto messi per iscritto. Nei prossimi giorni presenteremo emendamenti alla Legge di Bilancio rispetto agli argomenti qui trattati e su altri, come le proposte di Cittadinanzattiva per gli standard sull'assistenza distrettuale nonché per la rivisitazione del sistema di monitoraggio dei Lea.
Insomma, non resteremo a guardare e non aspetteremo che questa Legislatura venga portata a compimento in modo sonnolento, rinviando a dopo elezioni e al un futuro anteriore risposte che dovevano già da tempo essere operative.


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