In parlamento

Manovra, il tempo delle scelte in sanità: cantiere superticket, tassa di scopo in fumo, governance in stallo

di Rosanna Magnano

È arrivato il tempo delle scelte per la sanità nella legge di bilancio. Se il tema manca nel pacchetto dei 17 emendamenti governativi presentati oggi in Commissione, che spaziano dall’industria 4.0 alla Naspi e al progetto Pompei, novità potrebbero invece arrivare nei prossimi giorni dalla riformulazione degli emendamenti accantonati in Commissione Bilancio. L'esame riprenderà direttamente sabato mattina e proseguirà per tutto il week-end, con la prospettiva di far slittare l'approdo in Aula anche a mercoledì. Per domani entro le 12 sono attesi gli emendamenti e le riformulazioni dei relatori e le ultime proposte del governo tra cui, forse, quella sulla riforma delle agenzie fiscali. Il termine per i subemendamenti alle norme presentate dal governo è stato fissato per le 21 di domani.

Gli emendamenti accantonati ieri dalla Commissione Bilancio in materia sanitaria spaziano su un ventaglio ampio di opzioni. Da payback e misure frammentarie sulla governance farmaceutica alla depressione post partum, passando per allargamento della platea per la stabilizzazione dei precari in sanità, riduzione delle liste d’attesa, piramide dei ricercatori, tassa di scopo sul fumo e remunerazione della farmacia dei servizi, tariffe per gli omeopatici e tassazione agevolata per le prestazioni aggiuntive del personale sanitario. Ma la scrematura sarà profonda ed è tutta da fare.

Baricentro superticket
Siamo quindi in una fase di stand by, in cui la commissione Bilancio dovrà valutare il peso degli emendamenti che portano nuove entrate e capire come utilizzare le eventuali risorse aggiuntive. Il baricentro è senza dubbio sul superticket . Anche se non si arriverà a una soluzione definitiva, c’è la possibilità che si pongano le basi per un suo graduale superamento. Governo e maggioranza sono impegnati per dare un segnale di svolta, provando almeno ad ampliare la platea degli esenti dal balzello da 10 euro a ricetta su diagnostica e visite specialistiche. Tra le ipotesi ancora la vaglio della fattibilità tecnica ci sarebbe quella di individuare una soglia nazionale di esenzione dal superticket (35mila euro lordi) in base al reddito, più alta di quella fissata dalle singole Regioni. Altra ipotesi quella di ampliare le patologie croniche esentate.

La tassa sul tabacco - finalizzata a dare più respiro alle cure innovative - sarebbe data praticamente per morta (con tutte le conseguenze sui rinnovi contrattuali del personale sanitario). Non è chiaro ai tecnici infatti se gli impatti dell’accisa sul gettito erariale sarebbero positivi o negativi. Senza contare l’ostilità della filiera del tabacco e le titubanze politiche sugli effetti elettorali che avrebbe l’introduzione di una nuova tassa. Quindi in sostanza il fumo non si tocca. Con buona pace dei contratti, dei farmaci innovativi oncologici e in fin dei conti anche della prevenzione.

Governance farmaceutica senza prospettive chiare
Sul delicato capitolo della governance farmaceutica i lavori, iniziati in ritardo, non sembrano aver portato finora a una visione nuova e risolutiva che possa determinare il riequilibrio economico, evitare gli sforamenti e il ricorso strutturale alle procedure di payback. Il disavanzo 2016 - 2017 della spesa farmaceutica (acquisti diretti) ammonta infatti a circa 3 miliardi di euro e qualora non si introduca una seria riforma del settore, alla fine del 2018 il disavanzo avrà dimensioni tali da diventare un vero e proprio “problema” politico. Complessivamente gli emendamenti alla legge di bilancio presentati al Senato fino a questo momento riguardano le procedure di payback ma non vi sono modifiche ben strutturate sul piano normativo, degli adempimenti e dei decreti attuativi che possono configurare una vera e propria «nuova governance farmaceutica», prevista dalla Legge entro il 31 dicembre 2017 . È quindi possibile che la palla passi nelle mani della Camera.

Il nodo proroghe
Da sondare anche il capitolo proroghe, che potrebbero arrivare anche per la sanità. Quest'anno, visti i tempi stretti per la eventuale conversione, è infatti difficile che si possa fare il tradizionale decreto Milleproroghe di fine anno. Lo ha detto, secondo quanto si apprende, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro in commissione Bilancio del Senato spiegando che per questo motivo saranno anticipate in manovra tutte le proroghe “compatibili” con la legge di Bilancio.


© RIPRODUZIONE RISERVATA