In parlamento

Legge di Bilancio/ De Biasi: «La partita sanità si sposta alla Camera»

di Lucilla Vazza

Non tutto è come appare. E questo vale anche per la legge di Bilancio con il corredo del maxiemendamento approvato dal Senato in queste ore. Almeno per quanto riguarda la sanità. Dove il Pd promette che saranno affrontati i temi cruciali su cui Palazzo Madama non ha trovato la quadra per ovvie ragioni di numeri.

Come ha spiegato oggi E milia De Biasi (Pd), presidente della commissione Sanità al Senato, intervenuta alla manifestazione dei sindacati medici per il lancio dello sciopero generale del 12 dicembre: «Vanno affrontati tre problemi. Il primo è quello dei contratti, il secondo è quello del personale, il terzo quello che riguarda gli Irccs, della ricerca biomedica del nostro Paese. Questi i tre capisaldi su cui abbiamo modulato i nostri emendamenti. Al Senato c’è stato un problema di risorse mancanti. Nella seconda lettura si chiudono le questioni importanti. Gli Irccs sono a piedi non hanno quella stabilizzazione necessaria per la ricerca pubblica biomedica. E il viceministro Morando, a notte fonda, ieri ha preso un impegno in questa direzione, dicendo che queste questioni sarebbero state affrontate alla Camera, riconoscendo che c’è un problema che riguarda la sanità. Oggi qui con i sindacati medici e con noi parlamentari che ci abbiamo messo la faccia, mancano le Regioni, sono loro i grandi assenti».

Chi vi ha scippato la tobacco tax?
«La parte su cui prelevare il finanziamento l’abbiamo costruita con l’ emendamento sul tabacco, cioè l’introduzione di accise sulle sigarette, che avrebbero portato circa 600 mln, così da liberare risorse per il Fondo sanitario nazionale. Abbiamo spostato questa cifra dai farmaci oncologici e sulle cure palliative perché il fondo oncologici innovativi è già finanziato con 500 mln, queste risorse potevano essere riallocate sul Fsn per i contratti per esempio. Sottolineo che la proposta a mia firma aveva avuto il consenso della Commissione, l’Italia ha il prezzo delle sigarette più basso d’Europa, da molto tempo gli oncologi Aiom e altre organizzazioni avevano promosso quest’iniziativa, che possiamo considerare una tassa di scopo, ma anche un contributo dei fumatori alle proprie cure, perché sappiamo quali sono i dati del nostro Paese sul fumo e malattie correlate. L’aumento di un euro a pacchetto ci sembrava ragionevole, col consenso ripeto unanime della commissione».

E allora perché l’emendamento è saltato?
«Se mi si chiede perché ho dovuto ritirarlo, non so rispondere fino in fondo. Dal Governo mi è stato risposto in modo vago che c’era un problema relativo a un errore nella copertura. Ma se c’è errore di copertura, trovato l’accordo, si va alla riformulazione dell’emendamento, non al parere contrario. Se mi si dice, com’è stato detto, che il gettito sarà inferiore, perché comunque ci sarà una riduzione dell’acquisto di sigarette, rispondo che non ho mai visto un fumatore che smette di fumare perché è aumentato il prezzo del pacchetto. Anche una riduzione di acquisto di sigarette ci avrebbe reso felici: meno fumo, meno malattie, meno spese per il Ssn, più risparmio pubblico. Insomma, non ho avuto da chi mi ha chiesto di ritirare l’emendamento risposte convincenti. Ritengo ci sia un problema che riguarda una scelta discutibile, ma una scelta di cui io, che sostengo il governo, non posso evidentemente che prendere atto: non si vuole gravare con nessuna tassazione in questa legge di bilancio».

Nemmeno con una “a fin di bene”, come questa tassa di scopo...
«È un peccato serio, perché questo ha messo in difficoltà la possibilità di reperimento di ulteriori risorse. Tuttavia l’impegno del governo in questo campo c’è e io mi auguro che alla Camera si possa fare quel passo in avanti che è indispensabile. Perché un Ssn, al netto dell’innovazione e della tecnologia per carità indispensabili, senza medici e senza personale sanitario non può esistere. E dunque al di là dei sacrosanti diritti che riguardano il contratto, c’è un problema molto serio che riguarda il reperimento risorse. E dal settore farmaceutico, pensiamo al prontuario, si possono tirar fuori dei soldi. E mi auguro che la Camera vada in questa direzione».

E altri emendamenti ritirati al senato saranno riproposti dal Pd a Montecitorio
«Sono molto preoccupata per il Servizio sanitario nazionale. Parole come universalismo, rischiano di passare in secondo piano, di diventare parole vuote se non si provvede al finanziamento almeno in relazione al Pil, almeno alla media europea del Pil, come approvato dal Parlamento nella nota di variazione al bilancio di quest’anno.

E sono preoccupata per il ricambio generazionale dei medici e perché sento parlare sempre di più di sanità integrativa che al momento è solo una sanità sostitutiva di quella pubblica e questo è inaccettabile in un Paese dove la disoccupazione giovanile e femminile è ancora alta. Chi si occuperà degli anziani, degli immigrati, dei disabili? Una sanità pubblica residuale è inaccettabile. La salute è un diritto costituzionale. I medici devono darci una mano. Mi auguro che la Camera riesca a portare avanti una legge di bilancio che sia la base per un rilancio della sanità pubblica. Il Governo ha preso un impegno che deve rispettare».


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