In parlamento

Fsn agganciato al Pil, farmaci e formazione da rivoluzionare: l'audizione delle Regioni sui nodi del Ssn

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

Dalle risorse, il cui trend programmato di crescita è «insufficienti a coprire i soli rinnovi contrattuali», alla formazione da rivoltare come un calzino. Dagli investimenti necessari, a fronte di un patrimonio Ssn «sempre più obsoleto, insicuro e inadatto alle sfide attuali», alla riscrittura della governance farmaceutica, non prima però di aver chiuso il pregresso e il contenzioso in atto sul payback. Poi, il rilancio necessario della medicina generale e delle cure primarie - con modelli basati sulla medicina d'iniziativa e sull'integrazione. Infine, la nuova frontiera dell'autonomia regionale, strada su cui si sono già avviate Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna e che di fatto è stata avallata dall'esito del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016.

Le Regioni rappresentate dall'assessore Antonio Saitta, in audizione informale davanti alla commissione Igiene e Sanità, presieduta da Pierpaolo Sileri, hanno colto in pieno l'occasione di mettere in fila il lungo elenco delle problematiche del Servizio sanitario nazionale.

Si parte, com'è logico, dalle risorse. Su cui negli ultimi anni, ricordano gli assessori, si è seguita una via decisamente diversa rispetto a quanto pianificato nel Patto per la salute del 2014. E invece, come promesso allora, quelle indistinte vanno aumentate; quelle vincolate - soprattutto nell'area farmaceutica - vanno arginate perché comportano una serie di conseguenze negative; quelle "bloccate" dagli Obiettivi di piano vanno lasciate all'autonomia gestionale delle Regioni. E l'utonomia «irrinunciabile»nella programmazione e organizzazione dei Ssr, del resto, è la cifra che contraddistingue tutto il documento.

Altro tema caldo, la formazione e il personale. La cui spesa va intanto ancorata a un nuovo parametro - addio alla zavorra "spesa 2004 diminuita dell'1,4% - che tenga conto degli adempimenti Lea e dell'incremento del Fsn. E l'imbuto formativo? Si supera, spiegano le Regioni, con l'incremento del numero dei contratti di formazione specialistica e con l'ampliamento della rete di formazione specialistica, con corsi anche presso asl e ospedali del SSr che siano stati accreditati. Non solo: le Regioni rilanciano sull'accesso abilitante all'esercizio della professione, di laureati in Medicina che entrino con contratti ad hoc nelle struttire territoriali e ospedaliere. E su questo fronte si richiama la «necessità di decisioni immediate anche attraverso atti normativi».

Il mare magnum della governance: sul tavolo c'è sempre il documento che la Conferenza delle Regioni approvò nel maggio 2016, aggiornato sulla base delle iniziative in corso anche nell'ambito del tavolo Aifa-Regioni. Ricco il pacchetto di interventi (si veda il documento allegato): dalle procedure prezzo/volume ai tetti di spesa, dai registri Aifa a una normativa ad hoc sull'innovatività (da sottrarre alla «discrezionalità della commissione tecnico-scientifica). Inoltre: la ridefinizione delle liste di trasparenza, la sostituibilità automatica tra biosimilari e originator, la revisione del prontuario. E altro ancora. Il tavolo governance, che si insedierà in questi giorni, avrà moltissimo da lavorare.


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