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Coronavirus: Brusaferro, test sierologici non danno patente immunità

di Radiocor Plus

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«Ad oggi sappiamo che tutte le malattie infettive lasciano una memoria immunitaria ma non sappiamo quanto dura e se la persona possa contrarre di nuovo l'infezione. I test sierologici cercano di individuare gli anticorpi ma sono incompleti e non ancora in grado di dirci se l'infezione è in corso oppure se è presente nel nostro sistema immunitario, perciò non possono dare nessuna patente di immunità. Serve sempre conferma attraverso tampone». Lo ha detto il presidente dell'Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro nel corso dell'audizione informale sul contact tracing per il coronavirus davanti alla commissione Affari sociali della Camera dei deputati. «Oggi nel Paese abbiamo una percentuale di persone infettate molto bassa, ben inferiore al 10% e in alcune Regioni intorno all'1-2% - ha detto ancora Brusaferro - perciò il Comitato tecnico scientifico ribadisce l'importanza delle misure di distanziamento sociale e di massima igiene».

Ascoltato dalla commissione anche Giuseppe Viggiano, direttore generale Digitalizzazione Ssn del ministero della Salute che è entrato nel merito dell'App Immuni. «Presumiamo che la App Immuni sia pronta tra la fine di questo mese e l'inizio di giugno. A metà maggio - ha spiegato - Apple e Google metteranno a disposizione i sistemi necessari a consentire l'utilizzo della App nei cellulari che usano i loro sistemi operativi. Intanto abbiamo acquisto dalle Regioni indicazioni sulla loro organizzazione in merito al contact tracing tradizionale e informatizzato». Viggiano ha poi detto che è esclusa la geolocalizzazione dei soggetti, identificati tramite codici che produrranno alert verso i soggetti entrati in contatto con un "positivo", e che per scaricare - su base volontaria - la App a ogni utente sarà chiesto di inserire sesso, età e provincia di appartenza ma non il codice postale nel rispetto della privacy.


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