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Covid/ Speranza alla Camera: «Ci aspettano i mesi più duri, stato d'emergenza al 30 aprile, serve unità nazionale per la campagna vaccini»

di Red. San.

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«Non c'è altra strada diversa dall'unità per affrontare l'emergenza più grande che abbiamo conosciuto dal secondo dopoguerra. Ecco perché con la preoccupazione che vivo come ministro della Salute anche rispetto alle tensioni politiche di questi giorni lancio un appello all'unità e alla lealtà e alla coerenza istituzionale, a Roma come nelle Regioni». Così il ministro della Salute Roberto Speranza nel presentare alla Camera i contenuti del nuovo decreto che sarà in vigore dal 16 gennaio. «Nei prossimi giorni teniamo fuori dalla battaglia politica la salute degli italiani, sarebbe un errore imperdonabile distrarci a pochi metri dal traguardo, ora si intravede la luce in fondo al tunnel. Ma ci aspettano mesi difficilissimi, lo dobbiamo anche ai medici e agli operatori sanitari impegnati da mesi e ora dedito alla campagna vaccinale», ha detto ancora il ministro.
«La scienza e per questo ringraziamo i nostri ricercatori sta illuminando la strada per portarci fuori da questa battaglia possibile ma non abbiamo ancora vinto e non dobbiamo sbagliare la lettura di questo periodo così difficile: siamo in una maratona durante la quale non possiamo allentare l'attenzione. Angela Merkel ha detto la verità: ci aspettano i mesi più duri della pandemia», ha spiegato ancora il ministro. «Oggi nel mondo c'è un caso ogni 89 abitanti e in Europa la situazione è drammatica con un caso ogni 27 abitanti e un decesso ogni 793 abitanti - ha aggiunto -. Senza contare la variante del virus su cui oggi i nostri scienziati stanno facendo le loro valutazioni».
La proroga dello stato di emergenza. Sulla base dell'allarme che continua a essere ancora altissimo anche in Italia, «il governo ritiene opportuno prorogare al 30 aprile lo stato di emergenza», ha annunciato Speranza snocciolando i numeri dell'ultimo monitoraggio della Cabina di regia : aumentano l'Rt - per la prima volta dopo sei settimane superiore a 1 e l'incidenza pari a 166,2 per 100mila abitanti maggiore di più di tre volte del tetto di cinquanta casi necessario per mantenere la tracciabilità, i tassi di occupazione delle terapie intensive e i focolai di origine sconosciuta. Questo significa che l'epidemia in Italia «è di nuovo in fase espansiva. Questo significa che siamo di nuovo in una fase espansiva dell'epidemia: quando tutti i parametri peggiorano abbiamo l'obbligo di prendere nuove misure».
I contenuti del prossimo decreto. Al via una quarta area "bianca" per le Regioni con rischio basso e musei di nuovo aperti in area gialla.«Nel nuovo decreto prevediamo conferma delle misure fondamentali già vigenti - ha detto Speranza - Resta quindi il modello per fasce differenziate che ci ha consentito di abbassare la curva tra novembre e dicembre. Resta confermato il divieto di spostamenti tra Regioni anche in zona gialla, vanno ridotti gli assembramenti negli spazi antistanti i locali pubblici a rischio di aggregazione attraverso la limitazione dell'asporto a partire dalle 18, è confermata l'indicazione di poter ricevere a casa al massimo due persone non conviventi e si stabilisce l'ingresso in area arancione di tutte le Regioni a rischio alto secondo i 21 parametri definiti dal Dm 30 aprile». Nel dettaglio, «È intenzione del Governo - ha spiegato Speranza - stabilire una quarta area oltre a quelle rossa, arancione e gialla: un'area bianca che potrà scattare con livelli epidemiologici molto bassi e cioè incidenza al di sotto dei 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti, Rt inferiore a 1 e indice di rischio basso. In questa area le limitazioni saranno relative alle regole fondamentali del distanziamento e delle mascherine». Per il ministro, «è difficile che questa fascia possa scattare nel breve periodo, ma iniziamo a indicare un percorso di speranza per i mesi a venire. Con lo stesso spirito riapriamo i musei in area gialla, come luogo simbolico della cultura del nostro Paese, sempre nel rispetto di tutte le misure di contenimento».
La campagna vaccini e il punto sulle dosi. «Abbiamo siglato opzioni per circa 226 milioni di dosi che nelle prossime settimane aumenteranno fino a 250milioni, esercitando sempre il diritto di opzione che ci consente di bloccare per ogni contratto il 13,46% di vaccini: abbiamo opzionato così il doppio delle fiale necessarie per vaccinare gli italiani. Mentre l'ulteriore fornitura di 300 milioni di vaccini Pfizer-BioNTech di cui la Commissione Europea ha annunciato nei giorni scorsi l'acquisto, per l'Italia significherebbe altri 40 milioni di dosi con i primi 9 a disposizione del secondo trimestre». Questo il punto del ministro Speranza . «Abbiamo fatto tutto il possibile - ha detto - ora dobbiamo curare ogni dettaglio per essere pronti quando dovremo accelerare sulle vaccinazioni: abbiamo cerchiato in rosso la data del 29 gennaio che è quella entro la quale dovrebbe essere approvato dall'Ema il vaccino AstraZeneca, e sempre nel primo trimestre dell'anno è attesa l'autorizzazione per il vaccino di Johnson & Johnson. E altre interlocuzioni sono in corso con Moderna che ha aumentato le proprie forniture all'Europa: 20 milioni arriveranno in Italia. A questi andrà ad aggiungersi il vaccino italiano Reithera che è al momento in fase di sperimentazione».
«Unità, unità, unità sulla campagna di vaccinazione nazionale: il pieno successo della campagna non è merito di una parte politica ma di tutto il Paese. Siamo un Paese attrezzato e organizzato per poter vincere questa sfida», ha ribadito Roberto Speranza nelle comunicazioni alla Camera. «Oggi il vero problema - ha aggiunto Speranza - è la scarsità dei vaccini a livello planetario, mentre l'Italia è stata tra i primi Paesi a lanciare l'alleanza per i vaccini e a promuovere l'affidamento alla Commissione Europea del ruolo di opzionare e poi acquistare tutti i vaccini in fase avanzata. Perché il vaccino è un bene pubblico globale, diritto di tutti ed è per questo che in Italia è gratuito e gli acquisti sono effettuati direttamente dallo Stato che lo distribuisce alle Regioni».Quanto alle modalità, «Sono fiducioso che non sarà necessario imporre l'obbligo vaccinale - ha detto Speranza - . Ma per il Governo resta fondamentale l'obiettivo dell'immunità di gregge e come recita la Costituzione chi svolge funzioni pubbliche ha il dovere di farlo con
disciplina e onore». Intanto per la campagna vaccinale, ha avvisato il ministro, «l'Italia si sta attrezzando per impiegare a regime oltre 40mila medici di medicina generale, i 7.500 pediatri di libera scelta e i potenziali 15mila professionisti reclutati con il bando del commissario Arcuri. Le farmacie potranno mettere a disposizione spazi per ampliare le vaccinazioni». Speranza ha confermato che il primo obiettivo è «vaccinare sei milioni di persone di cui oltre 4 milioni di over 80 anni».


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