In parlamento

Lavorare insieme per prevenire il suicidio

di Monica Petra *

S
24 Esclusivo per Sanità24

Recentemente, la Camera dei Deputati ha adottato una mozione di grande valore che mira a prevenire il suicidio riconoscendolo come un grave problema di salute pubblica. Ogni anno, nel mondo, il suicidio è in effetti responsabile della morte di 800 mila persone, un individuo ogni 40 secondi; tra i giovani under 29 rappresenta la seconda causa di morte. I dati raccontano una realtà devastante che resta però in parte sommersa: i tentativi di suicidio, i comportamenti auto-lesivi, la faticosa ricostruzione dei survivors (persone sopravvissute al dramma del suicidio di un parente o di una persona cara), la disperazione di chi ha pensieri suicidari non trovano spazio nei dati sul suicidio, se non in via incidentale.
Il suicidio è un fenomeno le cui cause sono multifattoriali: l’esperienza empirica ci dice che è collegato all’età, al genere, alle condizioni affettive e relazionali, alla situazione economica, alla salute mentale, ad esperienze specifiche… sono molti gli elementi che possono incidere sulla percezione che ciascuno ha del proprio stato di benessere e sul modo in cui si sente la volontà/capacità di impegnarsi per star bene qui, in questa vita, ed è per questo che per comprendere e ridurre il rischio suicidario occorre osservare il fenomeno da più prospettive ed intervenire in maniera sinergica.
Nel riconoscere il suicidio come un problema di salute pubblica, la mozione adottata dalla Camera pone la prevenzione come un’attività che mira a produrre un beneficio che va a vantaggio della società inclusa tra quelle previste dall’articolo 5 del codice del Terzo Settore. Il contributo degli Enti del Terzo Settore (ETS) in questo campo è e deve, quindi, essere imprescindibile, proprio per la funzione sociale connaturata alla identità specifica degli ETS e di operatori e volontari impegnati nella prevenzione.
La mozione impegna il Governo a realizzare una strategia nazionale che fornisca una guida per le diverse aree di intervento perché la prevenzione del suicidio si realizza in molti campi diversi: la ricerca per comprendere e ricercare cause che si possano prevedere e affrontare; la formazione per riconoscere segnali e saperli interpretare; la sensibilizzazione per combattere lo stigma e i falsi miti; l’aiuto per chi soffre e ha pensieri suicidari; il sostegno per chi resta e per chi entra in contatto con l’esperienza del suicidio. Azioni specifiche vanno, inoltre, previste per categorie esposte a situazioni particolari di rischio come gli adolescenti, le donne in gravidanza, le persone in condizioni di esclusione o emarginazione. Coordinare ed armonizzare gli interventi è l’auspicabile compito del Governo, al quale viene chiesto di farsi anche facilitatore dell’azione di tutti coloro che sono impegnati nella prevenzione del suicidio da lungo tempo.
Telefono Amico Italia si occupa di prevenzione del suicidio da oltre 50 anni attraverso l’attività di 500 persone adeguatamente formate che volontariamente offrono supporto a chi ha pensieri suicidari o ai loro cari. Chi soffre può rivolgersi a noi attraverso il canale che preferisce, voce, chat o mail, sapendo di poter contare sulla piena accoglienza e sulla riservatezza. Il nostro impegno per prevenire il suicidio però non si ferma all’aiuto diretto a chi vive una sofferenza: da qualche anno abbiamo sviluppato programmi specifici per le scuole e per gli adolescenti che potenzieremo a partire dal prossimo autunno. Siamo infatti supportati dall’esperienza, nell’affermare che apprendere ad ascoltare e anche a farsi ascoltare siano indispensabili per affrontare il dolore e trasformare la sofferenza. Allo stesso modo, con molta speranza, ci auguriamo che l’impulso dato dall’adozione della mozione possa contribuire a trasformare il quadro dei suicidi anche nel nostro Paese.

* presidente Telefono Amico Italia


© RIPRODUZIONE RISERVATA