In parlamento

Payback dispositivi medici: per il Servizio bilancio del Senato il rinvio dei pagamenti al 30 aprile può impattare sull'indebitamento netto per il 2022

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24 Esclusivo per Sanità24

Il decreto-legge 11 gennaio 2023 n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di procedure di ripiano per il superamento del tetto di spesa per i dispositivi medici, con cui il Governo ha concesso una proroga al 30 aprile di quest'anno per il pagamento da parte dei produttori - per la prima volta in assoluto, il che aveva comportato la levata di scudi da parte delle aziende e una raffica di ricorsi - degli importi dovuti allo sforamento del tetto di spesa per gli anni 2015-2018, non sarebbe "neutro" anche se qualificato come "ordinamentale" ma anzi "appare suscettibile di impattare sull'indebitamento netto per il 2022" e di conseguenza non sono da escludere "nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica". Lo rileva il Servizio Bilancio del Senato nella sua nota di lettura "Conversione in legge del decreto-legge 11 gennaio 2023, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di procedure di ripiano per il superamento del tetto di spesa per i dispositivi medici". "Il differimento del termine - precisa l'ufficio di Palazzo Madama - determinerà il corrispondente spostamento del momento di produzione della relativa obbligazione, il che dovrebbe riflettersi negativamente sull'indebitamento netto per il 2022 (sia pure con equivalente miglioramento dello stesso saldo per il corrente anno). Dal Servizio Bilancio ricordano anche come in alcuni casi la scadenza dell'obbligazione potrebbe essere stata determinata nel 2023 anche prima del decreto-legge di proroga, visto che il Dm attuativo aveva previsto 90 giorni dal 15 settembre 2022 per l'emanazione dei decreti con l'elenco delle aziende produttrici e i relativi importi di ripiano dovuti da ciascuna e che il versamento era dovuto entro 30 giorni dalla pubblicazione dei decreti stessi, quindi anche in questo mese di gennaio.


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