In parlamento

Milleproroghe/ Sul management delle aziende sanitarie una norma da "liceale del diritto"

di Ettore Jorio

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24 Esclusivo per Sanità24

Dal Milleproroghe in corso di pubblicazione, con particolare riferimento alla formazione e individuazione del management delle aziende sanitarie, un brutto esempio di come si scrivono le leggi nel nostro Paese.
Una bruttura della quale francamente è difficile rintracciare traccia in precedenti.
Il riferimento è all’articolo 4, arricchito (si fa per dire) dal comma 3 ter. Un precetto che, all’apparenza, sembra offrire maggiori chance di scelta ai Presidenti di Regione e Commissari ad acta, nominati ex art. 120, comma 2, della Costituzione, per i loro direttori generali da insediare sulle poltrone di Asl e Aziende ospedaliere.
Sul punto, due osservazioni.
La prima. L’articolo sembra essere scritto da un "liceale del diritto", atteso il ricorso a termini gergali (platea di soggetti idonei da ampliare!), a percorsi impropri, confondendo l’integrazione con l’opportunità offerta dalla riapertura di un termine e non già riferita a completamento di documenti mancanti.
Non solo. Arriva a riconoscere con un provvedimento ad hoc quanto è banalmente sancito nei diritti costituzionali di ciascuno (presentare istanza a un concorso), salvo poi l’essere ritenuti idonei o meno a partecipare alle graduatorie.
Con quest’ultima gaffe, si ben comprende, facoltizzando a inoltrare istanza "anche coloro che hanno ricoperto l’incarico di commissario o sub commissario ex art. 120 Cost.", si limita peraltro con questo l’esercizio di una tale sorta di potestas (riconosciuta dall’ordinamento a chiunque) a poco più di una ventina di soggetti che hanno svolto siffatti incarichi nelle cinque regioni commissariate, di cui oggi residuano la Calabria e il Molise.
La seconda. Non risolve il problema alle "violenze" subite dagli esclusi dalla prima tornata dell’avviso pubblicato il 29 marzo 2022, a causa di una valutazione "algoritmica".
Stante la norma "liceale" gli stessi potranno tuttavia rifare la domanda, cosa che invece è interdetta agli istanti di allora, declassificati nell’Elenco pubblicato il 15 dicembre 2022, a causa di una disciplina sopravvenuta al d.lgs. 171/2016 che è al di fuori e al di sopra dei canoni costituzionali.
Insomma, un esempio, quello vissuto nelle righe del Milleproroghe, che - oltre a dimostrare il frequente ricorso a leggi provvedimento e ad personas – è dimostrativo di come si scrivono male le leggi e di come si gestisce peggio la Sanità nel nostro Paese.
L’escamotage dell’Elenco nazionale dei Direttori generali è la prova di tutto questo.
Si offre, infatti, la possibilità di farne parte a coloro i quali hanno contribuito a distruggere la Sanità in tantissime regioni, più che altrove in quelle residualmente commissariate ad acta.
Non solo. Si consente l’inclusione nello stesso a quei manager reiteratamente inadempienti nell’approvazione dei bilanci di esercizio con annesso Stato Patrimoniale, nella redazione dei bilanci di previsione, frequentemente frutto della più becera fantasia, negata dai corrispondenti consuntivi, nei controlli sugli accreditati, nella gestione del personale. E di tanto altro ancora. In Calabria tutto ciò è in uso da tanto tempo, nel silenzio dei controlli istituzionali e alla faccia delle povere comunità offese da decenni.
Tutta gente, questa, che, in altri Paesi, sarebbe stata rinviata al mittente. Al massimo, a fare il bottegaio e certamente non ad assicurare la salute alle collettività più depresse. Un vizio che, se continuato sine die, farà diventare le aziende sanitarie occasioni di morte piuttosto che di salute.

* Università degli Studi della Calabria


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