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Dl Bollette/ Women for Oncology: Surreale ripresentare pensionamento medici a 72 anni. Cui prodest?

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24 Esclusivo per Sanità24

"Una misura già bocciata per tre volte in altre sedi ora viene di nuovo fatta rientrare come emendamento al Decreto Bollette: si tratta della proposta di mantenere in servizio i medici e i docenti universitari in medicina fino a 72 anni. Una misura che evidentemente interessa molto a qualcuno". Così il direttivo dell'Associazione Women For Oncology Italy, che riunisce oltre un migliaio di oncologhe italiane, prende posizione sull'emendamento al decreto legge 34 del 30 marzo scorso. Definendo "a dir poco surreale questa vicenda in cui ci si ostina a proporre in tutte le sedi un provvedimento che non è mai riuscito a trovare accoglimento e che, cosa ancora più significativa, che non porterebbe alcun giovamento al Sistema sanitario nazionale". Tutt’altro. "Chiediamo che chi continua a riproporre questo emendamento come una priorità dia delle spiegazioni che al momento noi non riusciamo a vedere come non vediamo nessuna seria riforma. Al quarto tentativo il dubbio che qualcuno ne stia traendo vantaggio è diventata una certezza – affermano le nove componenti del direttivo W4O Italy –, Visto che ben poche altre cose sono state portate avanti con tanta tenacia. Per ben quattro volte un emendamento bocciato viene ripresentato mentre non si è ancora vista una riforma seria dell’Università e della sanità. Dunque ci chiediamo: cui prodest? È questo il centro sui cui si basa tutto o semplicemente si vuole favorire qualcuno a restare al potere? Chiediamo a chi continua a proporre questo provvedimento come una priorità dia delle spiegazioni che noi non riusciamo a vedere".
Soprattutto, W4O intende evidenziare come questo emendamento non sarebbe che un "rattoppo": "Non sono i medici in pensione che possono salvare il Ssn - affermano le oncologhe -. Al contrario, questo provvedimento bloccherebbe nuovamente il turn over fisiologico del personale medico, già carente in Italia, procrastinando l’assunzione di nuovi giovani medici e bloccando per i prossimi anni le progressioni di carriera nella fascia 40-50 anni". Non solo: la misura "penalizzerebbe ancora di più le donne medico, che a oggi non sono ancora adeguatamente rappresentate nelle generazioni al di sotto dei 70 anni. Infine, benché la misura possa avere il lodevole intento di sopperire alla mancanza cronica di medici in Italia, non risolverebbe le criticità dei turni di guardia notturna e festiva", dai quali la maggior parte dei 70enni è esonerata.
"Riconoscendo il momento di crisi - propongono le specialiste in Oncologia adferenti all'associazione - riteniamo che la proposta potrebbe essere considerata solo a fronte di alcuni correttivi, quale ad esempio prevedere per questi medici un’attività esclusiva nel Ssn e che restino in servizio lasciando eventuali ruoli di direzione di struttura al fine di non precludere avanzamenti di carriera dei medici più giovani. Così come la loro permanenza dovrebbe concorrere al progressivo abbattimento delle liste d’attesa del servizio pubblico, prevedendo una loro collocazione anche in sostituzione di ferie, assenze, permessi.
Ci auguriamo una profonda riflessione sul funzionamento delle strutture ospedaliere italiane – conclude W4O Italy - quello che occorre è inserire nuova linfa vitale con nuove assunzioni e incentivare le risorse già presenti nel servizio pubblico".
Intanto, continua la petizione on line già lanciata in dicembre dall’Associazione per il ritiro della misura, alla quale hanno già aderito 1.434 medici.


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