Lavoro e Professione

Alla Stato Regioni il core curriculum del Mmg

di Rosanna Magnano

In arrivo «linee guida» nazionali sul core curriculum del medico di medicina generale. E' all'ordine del giorno della Conferenza Stato Regioni di oggi il testo dell'Accordo sulla definizione degli obiettivi didattici, delle metodologie di insegnamento, apprendimento e dei programmi delle attività del corso di formazione specifica in medicina generale, ai sensi dell'articolo 26 del dlgs 17 agosto 1999, n. 368.

Il provvedimento, che ha già avuto il disco verde dell'Osservatorio nazionale sulla formazione in medicina generale, del Consiglio superiore di sanità e di Fnomceo, potrebbe richiedere ulteriori approfondimenti tecnici da parte delle Regioni. I contenuti formativi così definiti si applicheranno a partire dal triennio formativo 2014/15 - 2016/17.

La parte prima del documento, che rigurda gli obiettivi didattici e il programma di attività teoriche e pratiche del corso di formazione in medicina generale è di specifica competenza del ministero della Salute e sarà recepita con un successivo decreto dello stesso ministero.

Le finalità del provvedimento. Obiettivo dell'Accordo, a più di 20 anni dall'attivazione in Italia del corso di formazione specifica in medicina generale è di «garantire sul territorio nazionale una formazione omogenea rispetto ad almeno un set minimo di requisiti formativi qualiquantitativi, ritenuti indispensabili anche al fine di poter garantire livelli uniformi di assistenza». Con l'auotonomia amministrativa regionale si è infatti creata un'ampia variabilità dell'offerta formativa, che pur rappresentando un'obiettiva ricchezza con punte di vera eccellenza, risponde solo in parte ai nuovi scenari sociali e sanitari.

Invecchiamento della popolazione, nuovi bisogni, cronicizzazione delle patologie, disabilità, utilizzo di tecnologie complesse, gestione dei costi sanitari, nuove modalità organizzative, sono alcuni dei nuovi elementi dai quali la medicina generale non può oggi prescindere.

La griglia dei crediti formativi. Il processo formativo del medico di medicina generale è espresso attraverso l'uso dei crediti formativi (Cf), che corrispondono a circa 25 ore di impegno. Le ore di formazione totali del triennio sono 4.800, pari a 192 Cf. Di queste, 1.300 (52 Cf) sono dedicate alle attività didattiche teoriche e 3.500 (140 Cf) sono destinate ad attività didattiche professionalizzanti, divise in tirocinio e attività presso il Mmg (1.200 ore, pari a 48 Cf), e tirocinio presso ospedali o ambulatori Asl (2.300 ore, pari a 92 Cf di cui 12 decicati ad attività seminariali).

Attività teoriche. Gestione, organizzazione e management (4 Cf); cura centrata sulla persona (27 Cf), attività di comunicazione (8 Cf); approccio globale e biopsicosociale (5 Cf); orientamento alla comunità (4 Cf), audit, ricerca e farmacovigilanza (4 Cf) sono le sei aree di competenza in cui sono suddivise le attività didattiche teoriche. Sui corrispondenti crediti formativi è prevista una flessibilità regionale del 10%, a seconda della particolare programmazione regionale.

Attività didattiche professionalizzanti. La formazione pratica prevede un monte ore complessivo pari a 2.300 ore (92 crediti) da svolgere presso strutture del Ssn e a 1.300 ore (52 crediti) da affettuare presso lo studio di un Mmg. Tra i nuovi obiettivi assistenziali da garantire: la gestione delle patologie croniche, la collaborazione con la rete delle cure palliative, la riduzione degli accessi inappropriati al pronto soccorso, l'utilizzo dell'ecografia direttamente in ambulatorio.

L'acquisizione dei Cf è distribuita tra almeno sei mesi di formazione in medicina clinica e medicina di laboratorio, tre mesi in chirurgia generale, quattro mesi nei dipartimenti materno-infantili, dodici mesi presso un ambulatorio di un Mmg, sei mesi presso strutture di base dell'unità sanitaria locale sul territorio, due mesi in ostetricia e ginecologia, tre mesi presso i dipartimenti di emergenza urgenza. Anche sui 92 Cf attribuiti alle attività professionalizzanti c'è un margine di flessibilità regionale del 10 per cento.