Lavoro e professione

Sciopero dei medici, Smi e Snami criticano la decisione della Fimmg


Dopo mesi di minacce i medici di famiglia della Fimmg hanno proclamato lo sciopero per lo stallo del rinnovo della convenzione con il servizio sanitario nazionale, con le trattative bloccate da 6 mesi. Il 19 maggio gli studi di base resteranno chiusi, saranno garantite solo le
visite urgenti in assistenza programmata a pazienti terminali, le prestazioni di assistenza domiciliare integrata (Adi), altre prestazioni definite nell'ambito degli accordi regionali.

Per Pina Onotri, segretario generale del Sindacato dei medici italiani (Smi) «la proclamazione solitaria della protesta è una scelta che divide e danneggia i medici, un’arma di distrazione di massa e, forse, anche un pessimo bluff». Per lo Smi, insomma, «la
sensazione è che questa sia l’ennesima 'trovata' di questa sigla sindacale per evitare di fare i conti con il passato e con una lunga lista di decisioni che hanno portato la medicina del territorio in questo vicolo cieco». Secondo Onofri, infatti, «il problema vero è la legge Balduzzi, senza previsione di risorse adeguate, non lo stallo delle trattative con la Sisac. Altro che fughe in avanti delle regioni, che pur ci sono, altro che sciopero è giunto il momento dell'unità, dell'autocritica, e non delle divisioni. Facciamo tutti un passo indietro, per il bene dei medici di medicina generale, da anni senza contratto, strozzati dagli oneri burocratici e dalla pressione fiscale, dalla perdita di potere economico per il blocco degli accordi di lavoro (convenzioni) e per l'aumento delle spese di gestione. Queste sì che sono motivazioni per protestare duramente e su cui saremmo disposti ad impegnarci. Altro che mettere in campo iniziative volte a chiudere l'ennesimo accordo a iporisorse».

Perplesso sullo sciopero anche lo il Sindacato autonomo dei medici (Snami) «Questo sciopero - spiegano - è sbagliato almeno per due motivi. Primo, perché non si sciopera per mandare avanti un contratto che sarà in netta perdita per i medici; secondo, perché scioperare significa tutt'altra cosa rispetto ai vincoli dell’attuale codice di autoregolamentazione dello sciopero stesso. E’ la stessa differenza che si avrebbe in un duello sostituendo una sciabola di metallo con una di cartone leggero».
Dunque, lo Snami annuncia che non aderirà allo sciopero «perché non sono condivisibili le motivazioni e perché i vincoli attuali, non voluti da noi ma di chi oggi dice di voler scioperare, sono inaccettabili per non dire ridicoli».

Lo Snami, comunque, manderà una lettera aperta agli altri sindacati «perché si possa ragionare insieme sul rimodulare la legge Balduzzi, voluta fortemente da chi oggi dice di voler scioperare», e convocherà subito un tavolo congiunto «per mandare al macero
questo codice di autoregolamentazione dello sciopero per cercare di approvarne, in
tempi brevissimi, uno serio che permetta di porre in essere vere azioni di protesta».


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