Lavoro e professione

Smi: includere il 118 nel nuovo accordo di lavoro dei medici delle cure primarie

«Non si può eludere e ridimensionare il ruolo dell'emergenza-urgenza nella riorganizzazione delle cure primarie e del territorio e, quindi, dalle trattative in corso per la nuova Convenzione della Medicina Generale». Con questo messaggio (contenuto in una lettera inviata ieri, che trovate di seguito) il segretario nazionale del Sindacato dei medici italiani-Smi, Pina Onotri, e la Responsabile nazionale Smi del settore 118 per l'area Convenzionata, Fabiola Fini, si rivolgono alla ministra Beatrice Lorenzin e al presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino. Nella missiva si chiede, intanto, un tavolo tecnico separato per l'emergenza sanitaria territoriale-118, quindi la -ridefinizione dell'Atto di Indirizzo.

Lo Smi ha consegnato alla Sisac (presente all'incontro anche il Responsabile Regionale del 118 SMI Sicilia, Emanuele Cosentino) una bozza di nuova Convenzione per l'Emergenza Sanitaria Territoriale, frutto del lavoro della Commissione Nazionale Smi-118 (di seguito i punti salienti).

Per il segretario generale Smi, la lettera e il documento consegnato alla Sisac vogliono essere, «un contributo fattivo per riaprire il confronto sulla nuova Convenzione, che non può escludere l'area dell'emergenza. Come giustamente si scrive nel documento, il 118 ha contribuito egregiamente per le proprie competenze alla domanda di salute nell'h24. Quindi, sembra un assurdo che si parli di mettere in rete le professionalità che operano sul territorio, di ottimizzare le risorse e i servizi, e si ometta quanto sia fondamentale il “ruolo di cerniera” tra il sistema ospedaliero e quello territoriale svolto dall'Emergenza».

Per Fini, «Regioni e Governo devono fare un passo indietro sulla clamorosa elusione e ridimensionamento del ruolo dell'emergenza-urgenza dalle trattative, per farne, quindi, due in avanti nella direzione, corretta, della tanto declamata necessità di riorganizzare le cure primarie. La nuova Convenzione deve prevedere anche la riapertura del tavolo per il 118. Tanti i temi da affrontare, dal nodo irrisolto della formazione, passando per la crescente demedicalizzazione dei servizi, quindi da risolvere il caos organizzativo creato da alcune regioni con la confusione di ruoli tra continuità assistenziale, emergenza-urgenza e sull'assistenza h24. Infine sul piano professionale: l'assenza di tutele adeguate per i professionisti del settore, il mancato riconoscimento del lavoro usurante e della maternità per le donne. E per concludere il mancato passaggio alla dipendenza di molti operatori ancora in regime di convenzione».

«È necessario – conclude Fini – proseguire gli sforzi e la mobilitazione, con Governo e Regioni, per aprire un tavolo tecnico sull'emergenza convenzionata che consenta di inserire a pieno titolo anche questo settore nelle trattative per il rinnovo dell'Acn, anche ridefinendo l'Atto di Indirizzo».

Lo Smi ha, quindi, riassunto in 11 punti le priorità per una nuova convenzione dell'area:

1. è necessaria una normativa di transizione per l'emergenza-118 che porti progressivamente, su richiesta del singolo interessato, al passaggio alla dirigenza di tutti i medici in servizio convenzionati, precari, con contratti atipici, che abbiano maturato 5 anni di anzianità di incarico, prevedendo comunque i nuovi accessi in area convenzionata (necessari per garantire il turn-over dei professionisti). Per tutti i nuovi accessi, passaggio a richiesta alla dirigenza dopo 5 anni di servizio.

2. È necessario disciplinare il percorso per l'accesso all'area con un solo profilo, la dirigenza medica, contestualmente uniformando lo stato giuridico degli operatori che attualmente, a vario titolo, vi operano.

3. Il medico incaricato di emergenza sanitaria territoriale deve partecipare, a pieno titolo, a progetti obiettivo regionali ed aziendali nell'area dell'urgenza-emergenza.

4. Ai medici di emergenza sanitaria territoriale deve essere riservata, nella organizzazione dei corsi di formazione e aggiornamento del personale medico almeno 1/3 dei posti di docenza.

5. Ai medici di emergenza sanitaria territoriale debbono essere attribuiti compiti di formazione e aggiornamento nella materia specifica

6. Ai medici incaricati di emergenza sanitaria territoriale possono essere attribuiti compiti di verifica costante della qualità delle prestazioni erogate.

7. Ai medici di medicina generale a rapporto orario sono garantite le tutele di cui al Dlg 66/2003 (e s.m.i.) in tema di tutela di orario di lavoro e lavoro notturno ed usurante. Gli oneri economici derivanti dalla presente proposta sono a carico dell'ente previdenziale di appartenenza e non incidono sul bilancio dello Stato o della Regione. In relazione alla pari opportunità si chiede che le colleghe in gravidanza vengano adibite a mansioni diverse dal lavoro notturno e che la gravidanza stessa possa essere considerato un titolo di servizio o equiparata al servizio di leva. Sono da garantire le analoghe tutele giuridico-amministrative ed economiche previste per i medici dirigenti (ferie, malattia, infortuni, aspettativa, diritto di adozione e/o di affido, del part-time in caso di malattie oncologiche e/o invalidanti ecc.). Sono da prevedere idonee sedi di servizio e sicurezza del lavoro. I medici a rapporto orario a cui sia riconosciuta l'inidoneità specifica al lavoro o all'attività su mezzi mobili di soccorso in ogni caso, compreso lo stato di gravidanza sin dal suo inizio, deve essere ricollocato in altra articolazione organizzativa dell'Azienda.

8. Ai medici a rapporto orario spetta un periodo annuale retribuito di astensione obbligatoria dal lavoro per riposo pari a 30 giorni non festivi.

9. Percorso di carriera del medico di emergenza, con istituzione di unità operative semplici 118 coordinate dai medici 118.

10. Riaffermazione del diritto al rimborso dei distacchi sindacali per i medici sindacalisti che svolgono attività a quota oraria come i medici 118 convenzionati.

11. Individuazione per i medici a rapporto orario dei contingenti minimi in caso di sciopero.
Roma, 25 giugno 2015

LA LETTERA
Al Ministro della Salute, on. Beatrice Lorenzin
Al Presidente della Conferenza delle Regioni, on. Sergio Chiamparino
Onorevole Ministro, Onorevole Presidente,

nonostante si parli costantemente della necessità di mettere in rete le professionalità che lavorano nei servizi sanitari, non possiamo non denunciare come l'ultimo Atto di indirizzo eluda il ruolo fondamentale del 118, che opera h24 per rispondere ai bisogni di salute del cittadino nelle situazioni di urgenza/emergenza sul territorio.

In questi mesi, pur tra diverse difficoltà, sono partite le trattative per il rinnovo della Convenzione della medicina generale, che, appunto, escludono l'emergenza sanitaria territoriale -118.

Per questa ragione, come Sindacato Medici Italiani-Smi, facciamo un appello a Regioni e Governo, per colmare questo vuoto e predisporre, in tempi brevi, un tavolo tecnico per l'area convenzionata del 118.

È, infatti, inderogabile, in un'ottica di potenziamento del territorio e delle cure primarie, che si preveda il rafforzamento del settore attraverso la riorganizzazione della rete in maniera capillare e omogenea in tutto il Paese, ottimizzando le risorse nel rispetto dei Lea, e tenendo conto degli ulteriori compiti che vengono demandati all'Emergenza Sanitaria Territoriale, in virtù di una progressiva tendenza alla deospedalizzazione e della necessità di definire determinati percorsi clinico-diagnostici territoriali.

Si chiede pertanto, una ridefinizione, dello stesso Atto di indirizzo che contempli le specificità dell'Emergenza Sanitaria Territoriale (anche attraverso una sorta di Convenzione di transizione, considerando che la richiesta dello SMI continua ad essere il passaggio definitivo a dipendenza di tutti gli operatori del 118, come già avvenuto in molte Regioni) e che contempli la messa in rete con gli altri operatori della medicina del territorio, dato l'importante ruolo “cerniera ospedale-territorio” di questo servizio .


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