Lavoro e professione

Accreditamento e qualità delle prestazioni: un progetto di Fism e Sda Bocconi

di Franco Vimercati (presidente Fism), Elio Borognovi (presidente Cergas-Università Bocconi), Elisabetta Trinchero (docente senior Sda Bocconi)

Negli ultimi mesi diversi episodi giudiziari hanno attirato l'attenzione dei media sulle strutture sanitarie coinvolte. L'ultima, ma solo in ordine cronologico, è la vicenda di un'importante struttura sanitaria dell'Italia settentrionale. Questi fatti hanno riportato l'attenzione sui requisiti minimi professionali, strutturali, tecnologici e organizzativi per l'accreditamento delle strutture che erogano servizi sanitari.

Il rispetto delle leggi sui requisiti
I requisiti delle strutture sanitarie rispondono in primo luogo alla necessità di assicurare il rispetto delle leggi esistenti, a livello nazionale e regionale, con lo scopo di garantire gli standard di sicurezza, nel rispetto dei pazienti e degli operatori. Tutto ciò è strettamente correlato ai meccanismi di finanziamento delle strutture da parte del Ssr e Ssn.
È dunque necessario che le aziende sanitarie garantiscano l'applicazione di standard organizzativi per il personale medico e sanitario che collabora in equipe nell'interesse del paziente. Il contributo interdisciplinare è infatti la miglior “assicurazione” per la cura del paziente poiché assicura standard minimi sotto i quali non è possibile scendere, pena l'incremento della probabilità di errori con conseguente riduzione della sicurezza delle cure.

Lo standard minimo professionale
È dunque importante definire, in modo condiviso su tutto il territorio nazionale, lo standard minimo professionale a cui medici e altri professionisti devono attenersi. Al ciò può contribuire il rispetto delle raccomandazioni, mantenute costantemente aggiornate dalle Società Scientifiche mediante processi virtuosi e verificati di formazione continua.
Il legislatore e il programmatore nazionale e regionale hanno l'obbligo di redigere documenti di accreditamento che devono essere coerenti e applicabili su tutto il territorio nazionale. In questo campo le regioni possono introdurre ulteriori requisiti per incrementare il livello di sicurezza del sistema sanitario nei territori di loro competenza. Spesso le leggi sono formulate in modo adeguato, ma non sempre sono correttamente applicate, per vincoli vari o addirittura per mancata conoscenza delle stesse. I controlli sia a livello nazionale, sia a livello regionale sono carenti e spesso sostituiti da autodichiarazioni rese dalle strutture stesse. Al contrario di quanto avviene nei paesi di matrice anglosassone, l'autodichiarazione, non sembra ad oggi in grado di tutelare adeguatamente la sicurezza dei pazienti e degli operatori.
L'applicazione degli standard organizzativi richiede un sistema aziendale che gestisca il personale in modo coordinato superando la tendenza all'individualismo mono-professionale e la carenza delle risorse a disposizione, che ormai dura da parecchi anni e non presenta segni di inversione di tendenza a causa della crisi. Il mancato rispetto dei requisiti minimi di accreditamento in questi casi non è attribuibile al singolo professionista ma ai diversi livelli direzionali.

L’aggiornamento professionale
Per quanto riguarda gli standard minimi professionali, le società scientifiche hanno il compito di mantenere aggiornati i propri associati grazie alla condivisione delle conoscenze professionali effettivamente applicate al di là della logica burocratica dell’Ecm nazionale. Le Società Scientifiche devono riprendere quella missione di aggiornamento professionale e culturale che comprende anche la conoscenza delle regole di accreditamento, nel rispetto della sicurezza dei pazienti.
In questa logica Fism e Sda Bocconi hanno realizzato un progetto articolato su una serie di attività; quella iniziale consiste nella valutazione del livello di percezione da parte dei direttori di struttura complessa delle società scientifiche afferenti alla Fism della capacità dei requisiti di accreditamento di garantire la sicurezza dei processi clinico assistenziali per la tutela dei pazienti e degli operatori nelle strutture sanitarie del nostro paese.
Ciò consentirà di mettere a fuoco le criticità per lo sviluppo di una cultura condivisa della sicurezza, prima che la mancanza di una positiva e diffusa di tale cultura provochi situazioni di malasanità.
Il modello utilizzato per la valutazione è coerente con i sistemi presenti a livello nazionale e internazionali, quindi evita il rischio di autoreferenzialità che spesso domina in Italia. Inoltre il progetto, coinvolgendo tutte le società scientifiche afferenti a Fism, che rappresentano l'80% circa dei professionisti italiani, permetterà di creare una visione condivisa e trasversale del problema.
Conoscere per agire è la motivazione che ha indotto Fism e Sda Bocconi a intervenire direttamente con momenti informativi e formativi verso tutti gli operatori. In questo modo sarà concretamente possibile evitare che la mancata conoscenza dei requisiti di accreditamento determini conseguenze giuridiche e penali per gli operatori.


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