Lavoro e professione

Non c'è pace per i test di medicina: dubbi sulle firme dei candidati

di Benedetta Pacelli

Nuovo pasticcio per i test di accesso alle facoltà di medicina e chirurgia. E anche i più bravi potrebbero rischiare rimanere fuori, per un mero problema procedurale.
A finire sotto accusa è, ancora una volta, una formalità del nuovo sistema dei test di accesso pensato proprio per garantire l’anonimato dei candidati, e quindi l’assoluta correttezza delle prove che tante polemiche avevano sollevato lo scorso anno. Secondo quanto risulta da alcune indiscrezioni, infatti, molte schede anagrafiche, totalmente distinte da quelle dei quiz, sarebbero prive della firma del candidato. E, quindi, secondo quanto prevede la recente normativa ministeriale, illegittime ai fini della validazione della prova.

La presunta violazione. La procedura pensata proprio per garantire l’anonimato e il rispetto delle norme per la protezione dei dati personali è stata strutturata con un sistema che prevede da una parte una scheda anagrafica, e dall’altra, quella con il test. Per procedere ai relativi abbinamenti, al termine della prova ad ogni candidato è stato consegnato un codice con un’etichetta adesiva da incollare sia sul foglio delle risposte che su quello dei dati anagrafici. Il problema è che molti presidenti di commissione sparsi nei diversi atenei italiani si sono ritrovati con alcune schede prive della sottoscrizione della firma e con il dubbio se considerare gli elaborati validi oppure no.
Di quanti studenti si parli, fino ad ieri sera non è stato possibile quantificarlo visto che in queste ore i responsabili del procedimento dei singoli atenei stanno inviando al consorzio Cineca attraverso un sito web riservato, i dati identificativi di ogni studente tratti dalla scheda anagrafica e la scansione delle singole schede anagrafiche in formato.

Le polemiche dei giorni scorsi. Una polemica quasi annunciata visto i mal di pancia già diffusi dalle rappresentanze degli studenti (Udu) che, il giorno della prova, avevano criticato la modalità delle procedure per l’anomalia del nuovo sistema di etichettatura, sostenendo che avrebbe rischiato di far annullare molti test per semplici errori di procedura. Non solo perché all’indomani della pubblicazione della graduatoria dei test assieme al codice del compito e al punteggio totalizzato dal singolo candidato, una nuova critica sosteneva la tesi secondo la quale i candidati non potessero associare questo risultato alla loro prova e quindi non fossero in grado di capire la posizione in graduatoria. Il tutto con tempi di attesa che potrebbero rivelarsi anche abbastanza lunghi.

Le prossime tappe. Dal 7 ottobre, secondo quanto prevede la norma (Dm 463/15) i candidati migliori troveranno l’indicazione «assegnato» che permetterà di immatricolarsi direttamente nell’ateneo indicato come prima scelta, cioè in base alla lista compilata in fase di iscrizione. Poi ci saranno i «prenotati», che avranno sì la certezza di poter entrare in una facoltà di medicina, ma non in quella spuntata come prima. Questi potranno scegliere se immatricolarsi o aspettare eventuali scivolamenti. Risulteranno, invece, «idonei» coloro che avranno raggiunto un punteggio superiore a 20, ma che si trovano comunque ai margini della graduatoria e infine ci saranno i «non idonei» che non avranno possibilità di entrare al corso di laurea. Il 14 ottobre ci sarà poi il primo scorrimento della graduatoria e così via ogni sette giorni. In molti si aspettano che già nella giornata di oggi il Miur faccia chiarezza sulla vicenda.


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