Lavoro e professione

Il farmacista guarda oltre il «banco»: le nuove frontiere della professione

di Benedetta Pacelli

Non più solo speziale, preparatore di produzioni galeniche o dispensatore del farmaco. Il farmacista guarda oltre «il banco», cerca di entrare nel mondo dell'industria, degli ospedali o delle Asl e si candida a diventare un professionista sempre più specializzato in servizi avanzati dedicati all'attività di cura. Con un risparmio garantito anche per il servizio sanitario nazionale.

Appeal intatto. La professione considerata da sempre a zero rischi cerca, così, di ritagliarsi nuovi spazi per reggere l'urto della crisi economica e dei tagli della sanità che hanno fatto venire meno buona parte della filiera derivante dal Servizio sanitario nazionale. Per non parlare degli effetti che si avranno quando saranno assegnate le nuove sedi per i vincitori del concorso straordinario voluto dal governo Monti (non ancora concluso) che porterà a nuove aperture, e quindi nuova concorrenza.
Una concorrenza da far west che non ha tolto appeal alla professione tra le giovani generazioni. Secondo la ricerca che la Federazione degli ordini dei farmacisti italiani (Fofi) ha commissionato alla fondazione Censis (su un campione di 550 farmacisti non titolari), infatti, sono moltissimi i giovani diplomati che scelgono farmacia, in cinque anni sono aumentati del 163%, passando da 1.613 nel 2008 a 4.243 nel 2014, ma poi nell'86% dei casi sono insoddisfatti e denunciano un problema di collocazione professionale, oltre il 50%, si sente sottovalutato rispetto alle altre professioni sanitarie e addirittura l'81,2% è convinto che, nella percezione comune, la figura del farmacista sia sempre più ricondotta a quella di un commerciante.
La ragione? Semplice dice la Fofi: la maggior parte dei professionisti si orienta verso il banco, dove non solo le regole per acquisire la licenza restano complicate, ma soprattutto la concorrenza è forte e il mercato saturo visto che si parla di oltre 18 mila esercizi su tutto il territorio tra farmacie private convenzionate e pubbliche.
Che fare quindi? Riformare il corso di studi e rispolverare le vecchie competenze per far sì che il farmacista possa ritagliarsi nuovi ambiti. In questo senso dovrebbe andare il restyling al corso di laurea , di cui si discute da oltre un anno, e a cui la comunità accademica vorrebbe dare un'accelerata. Nei futuri piani di studio, quindi, entreranno materie come la farmacovigilanza e la farmacoeconomia e una serie di temi legati alla presa in carico del paziente, dal monitoraggio all'aderenza prescrittiva.

Incontro domanda-offerta. Per aiutare invece i giovani a districarsi nel mercato del lavoro e le imprese a trovare il candidato giusto la scelta della Fofi è stata quella di creare la piattaforma Farma Lavoro (www.farmalavoro.it ), uno strumento per mettere in comunicazione domanda e offerta ma anche per orientare i giovani verso la scelta giusta, visto che il 37,4% si dichiara pentito della scelta fatta e le occasioni di formazione postlaurea più adeguata.
Ma è soprattutto andando a riempire nuovi spazi che il professionista riuscirà a resistere alla concorrenza. Per esempio nel ruolo di parmaceutical care, cioè di assistenza al paziente all'interno di un modello di farmacia dei servizi basato su un compito diverso affidato al professionista. Il farmacista quindi diventa fondamentale in tutto il processo di cura e con una riduzione di costi anche per le casse del Ssn. Secondo un progetto pilota sul Mur (Medicine use review, revisione dell'uso dei medicinali) patrocinato dalla Fofi, su una determinata patologia, la figura del farmacista in questo nuovo ruolo ha generato risparmi tra gli 87 e 297 euro per paziente all'anno, in funzione del variare di elementi quali costo e numero delle prestazioni evitate e costo dei farmaci prescritti.
Dunque, ha spiegato il presidente della Fofi Andrea Mandelli «la parola d'ordine è diversificare. Oggi la farmacia di comunità è in crisi ma una laurea come la nostra può essere sviluppata anche in altri ambiti. Dobbiamo valorizzare l' interdisciplinarità propria della preparazione di farmacista. Verso quali settori? Da quello industriale a quello prettamente medico, dal settore chimico a quello dell'alimentazione. Le possibilità sono tante più di quelle che i giovani possono immaginare».


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