Lavoro e professione

Scende in piazza la dignità di medici e pazienti

di Roberta Chersevani (presidente FNOMCeO)

La sostenibilità del nostro sistema sanitario, equo, solidale e universalistico è una grande sfida per tutti noi. La professione si ricompatta, rialza la testa, denuncia e chiede. Riacquista il proprio ruolo professionale. L'offerta sanitaria nel nostro Paese è disuguale e frammentata.

I cittadini stanno rinunciando alle cure, le liste di attesa preoccupano, la spesa out of pocket aumenta, i Lea sono datati, la compartecipazione alla spesa sanitaria non potrà che aumentare. Politiche di razionalizzazione/razionamento riducono e modificano gli assetti degli ospedali spesso costringendo i pazienti a lunghi percorsi. Mancano criteri di uniformità nel riordino della rete ospedaliera, pubblica accreditata e privata, e manca la sincronizzazione con lo sviluppo di modelli consolidati di cure primarie. La popolazione invecchia, aumentano le cronicità, le famiglie faticano a farsi carico di problemi sociosanitari sempre più complessi.

Il disagio del medico è evidente. Il percorso formativo è lungo, spesso bloccato per l'incongruenza tra i posti disponibili alle scuole di specialità e il numero di laureati. L'ingresso nella professione è ostacolato dalla assenza di turnover. La pervasiva burocrazia toglie tempo alla relazione di cura ed è un tempo che quando dedicato correttamente al paziente riveste già il carattere della cura. Le prospettive di carriera si sono ridotte.

La lotta all'abusivismo della professione medica e odontoiatrica è vista come protesta di lobby e non come protezione del paziente da cure improprie. L'età media dei medici aumenta in modo preoccupante, i contratti sono bloccati da anni, i turni sono massacranti. Solo questa ultima situazione sembra trovare in questi giorni una soluzione, grazie alla paura di sanzioni per il mancato rispetto degli orari di lavoro in sanità; con quali risorse?
Sanzione è una parola che oggi compare frequentemente; si affianca a razionamento, efficientamento, riduzione della spesa, tagli.

Nel comunicato stampa della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri in occasione degli Stati Generali della Professione Medica e Odontoiatrica dello scorso 21 Ottobre, i medici chiedevano di diventare interlocutori istituzionali ascoltati dalla politica sanitaria nazionale e regionale in quanto depositari di cultura e competenze per essere portatori di soluzioni dei problemi nell'interesse dei cittadini.

La manifestazione del 28 Novembre a Roma, in Piazza Santi Apostoli dalle 15 alle 18 chiama a raccolta i medici, ma vuole coinvolgere anche i pazienti. Tra i medici e le persone che curano vi è un inimitabile e unico rapporto che si configura nella relazione di cura. Il medico è e sarà sempre un mediatore, tra la salute e la malattia, tra il benessere e il dolore, tra la vita e la morte.

Oggi io chiedo a voi medici di recuperare energie dalle soddisfazioni che questa professione può ancora darvi.

Il pediatra continuerà a prodigarsi insistendo con genitori preoccupati e disinformati sulla opportunità e necessità della vaccinazione. L'anziano continuerà a occupare una sedia in sala di aspetto perché là trova compagnia, e si sente meno solo. Il soggetto con gonalgia insisterà per la ennesima risonanza non terapeutica. La comunicazione di una malattia grave, magari a una donna giovane e con figli, renderà la giornata pesante e faticosa. Ma questa è la nostra professione, quella che mette in contatto due esseri umani simili, perché entrambi vivono, amano, sperano e si disperano.

La società ha bisogno di medici sereni, apprezzati, compresi per l'impegno che dimostrano, per la difficoltà e il ragionamento che questa professione - che abbina la tecnica all'arte - comporta, per la comprensione che cercano di manifestare.

I medici chiedono di poter curare con autonomia e responsabilità in un servizio sanitario nazionale che offra equità e pari opportunità di accesso. Chiedono che la formazione dei giovani sia finalizzata ai bisogni di cura e a una coerenza tra accesso allo studio, al lavoro e al ricambio generazionale. Chiedono una informatizzazione che offra anche occasioni di conoscenza dei bisogni di salute. Auspicano la verifica dei comportamenti professionali, tra pari, nel rispetto delle regole della meritocrazia. Chiedono di diventare interlocutori istituzionali, in un modello di governance che garantisca l'equilibrio tra le risorse umane, sociali e economiche. Chiedono di poter continuare la propria mission con e per le persone, nel rispetto dei principi che regolano la relazione di cura: giustizia, beneficialità e non maleficità, dell'autodeterminazione del paziente e della autonomia e responsabilità del medico. Non sarà possibile mantenere un sistema di salute equo, solidale e universalistico, se i Medici non vengono riconosciuti come vera risorsa civile, sociale ed economica del Paese.


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