Lavoro e professione

Sivemp: scioperiamo contro lo sfascio del sistema pubblico

Incrociano le braccia anche i veterinari del servizio pubblico aderenti al Sivemp. «Lo sciopero di oggi dei medici - spiega il sindacato -non è superfluo o ininfluente. Questo sciopero non è l'arma spuntata in un conflitto dall'esito predestinato. I giochi sono ancora aperti. Questo sciopero lo abbiamo proclamato per non essere indifferenti allo sfascio della sanità pubblica». E che ha un valore aggiunto nell’unitarietà. «Scioperiamo uniti, scioperiamo tutti.- sostiene il Sivemp -. Per salvare l'unica vera protezione dei malati contro la fragilità e la disabilità. Per dare forza alla ricerca e alle nuove cure. Per fare crescere l'importanza della prevenzione nelle politiche per la salute». Mancano 10 miliardi alla sanità italiana per essere al pari di quella tedesca, ma per i veterinari «il Governo ne taglia altri 5 e i cittadini pagano di tasca loro 34 miliardi di cure private. Intanto in Italia si evadono 120 miliardi di tasse, si rubano 60 miliardi in corruzione e spreco e le nostre tre aziende più potenti, mafia, camorra e ndrangheta, dilagano con la compiacenza di politici e amministratori indecenti».

«Scioperiamo per prendere le distanze da questa vergogna e per ristabilire principi e valori di giustizia sociale e democrazia reale - incalza il Sivemp -. Scioperiamo perché stiamo dalla parte dei cittadini, dei loro diritti e ne rappresentiamo il disagio e i diritti negati. Scioperiamo perché solo così possiamo far capire al Governo, alle Regioni e ai poteri forti che non hanno il nostro succube e tacito consenso, che non vogliamo condividere le loro responsabilità, che non ci stiamo a veder demolire il Ssn e le conquiste sociali del dopoguerra in una progressiva destrutturazione che vuol passare tra l’opinione pubblica come una gestione rigorosa». «Si tratta in realtà di devoluzione del diritto costituzionale della nostra salute al privato - osserva ancora il sindacato - di apertura al mercato delle assicurazioni sanitarie, di arretramento del welfare e delle tutele pagate dalle tasse dei lavoratori e dei contribuenti onesti». «Nel mentre - conclude la sigla - i nostri stipendi e le nostre pensioni diventano un bancomat dal quale prelevare ogni volta che la politica ha urgenza di ripianare i buchi delle sue gestioni fallimentari. La sanità pubblica e nostri contratti di lavoro non sono banche del sangue da cui attingere per rianimare un apparato politico istituzionale vampiresco, arrogante e incapace».


© RIPRODUZIONE RISERVATA