Lavoro e professione

Medicina, biotech e ambiente al top tra le lauree più «promettenti»

di Alberto Magnani

In crescita, selettive, capaci di reggere l'urto di industria 4.0 e rivoluzione digitale. Si presentano così le «lauree del futuro» indicate dal portale statunitense Best degree programs come la scelte con più prospettiva di occupazione nell'era della new economy. La top 10 stilata dal portale premia gruppi disciplinari già consacrati da stime di crescita come Ict, ingegneria e indirizzi economico-finanziari. Ma non mancano profili estranei al binomio tecnico-scientifico, come nel caso delle risorse umane: uno tra i settori meno facili da automatizzare e, quindi, a maggior valore aggiunto rispetto alle mansioni routinarie.

La classifica. Nel dettaglio, il podio del ranking è dominato dalle lauree nell'ambito di business-finanza internazionale (1°), ingegneria biomedica (2°) e «qualsiasi disciplina del settore ingegneristico», dalla meccanica alle energie rinnovabili (3°). Seguono i corsi di studio in sostenibilità e ambiente (4°), amministrazione sanitaria ed healthcare digitale (5°), informatica (6°), sicurezza informatica (7°), “public health degree” (policy sulla salute pubblica, 8°), instructional design (elaborazione di dispositivi multimediali per la formazione, 9°) e risorse umane (10°).
E in Italia? L'analisi di Best degree programs rispecchia le ultime stime a cura di AlmaLaurea, dove le prime cinque aree disciplinari per appeal sul mondo lavorativo si confermano medicina (il 97% dei laureati è occupato a cinque anni dal titolo), ingegneria (95%), economia-statistica e chimica-farmaceutica (90%), scienze (88%).

Stipendi più alti per gli ingegneri. Proprio ingegneria svetta sul fronte delle retribuzioni con stipendi che sfiorano i 1.700 euro netti e picchi di 1.800-2mila per i settori più “caldi” nella domanda, come meccanica e automazione. Giovanni Miragliotta, direttore dell'Osservatorio Smart manufacturing del Politecnico di Milano, non è sorpreso dal quadro che emerge dall'indagine. «È un dato di fatto che la quarta rivoluzione industriale sta mettendo sotto scacco alcune competenze e, al tempo stesso, chiedendone di nuove – spiega al Sole 24 Ore -. Ci sono nuove capacità e nuovi strumenti che possono essere acquisiti e spesi sul lavoro». Una ricerca dello stesso Osservatorio ha rilevato 135 nuove applicazioni in 43 industrie manifatturiere diverse. Se si parla di professionalità in senso stretto, Miragliotta fa l'esempio di occupazioni che nascono nel segno delle stesse «lauree del futuro» suggerite dalla ricerca: analista dei rischi ambientali, esperti di healthcare digitale, ingegneri del prodotto per lo sviluppo di articoli sempre più personalizzati e funzionali. «È questo il modello che si sta affermando per l'industria – dice Miragliotta -: le professioni digitali nasceranno da lì».


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