Lavoro e professione

8 marzo, donne ipovedenti libere dalla violenza

di Luisa Bartolucci (responsabile Commissione Pari opportunità dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti)

Ogni anno, in occasione della Giornata Internazionale della Donna, ci troviamo a riflettere sull'importanza della parità di genere, a celebrare i successi delle donne e a ricordare quanto ancora sia necessario fare per garantire pari diritti in ogni ambito della vita. Nel nostro Paese c'è ancora molto da lavorare a sostegno del diritto delle donne e delle bambine non vedenti a vivere libere dalla violenza. La violenza contro le donne con disabilità è ancora difficile da monitorare e da affrontare. Questo è in parte dovuto al fatto che le donne con disabilità non appaiono nei campioni delle ricerche generali sulla relazione tra violenza e genere.

Tuttavia, i dati resi disponibili da una ricerca condotta anche in Italia qualche tempo fa dimostrano che le donne con disabilità sono soggette a diverse forme di abuso caratterizzate da valori particolarmente elevati: più spesso, più a lungo, in più modi e da parte di più persone. Questo vale anche per le donne non vedenti e ipovedenti. E il progetto Daphne, condotto in quattro paesi europei tra cui l'Italia, lo ha, se così si può dire, certificato. Oltre alle diverse forme di violenza di genere delle quali possono cadere vittime le donne vedenti, le donne cieche e ipovedenti si confrontano anche con la violenza legata alla disabilità.

Questi e altri fattori fanno sì che le donne cieche e ipovedenti siano esposte a un rischio altissimo di subire abusi. Essere cieche o ipovedenti significa, in taluni casi, anche dover dipendere da altri per ricevere supporto o assistenza in determinate attività, o circostanze; avere una disabilità visiva può comportare anche avere molte più difficoltà e meno possibilità di fuggire, di reagire contro un'aggressione o di trovare aiuto. Alle donne cieche e ipovedenti sono offerte meno garanzie per la loro sicurezza e non tutte si sentono tranquille a sufficienza per denunciare gli abusi, temendo per la loro incolumità. ciò èanche dovuto alla paura di non ricevere accoglienza e tutela nei luoghi a ciò deputati.

Dobbiamo anche continuare a lottare per ottenere forme di realizzazione della donna un po' più complete. Esiste un'immagine femminile, veicolata principalmente dalla televisione ma anche dagli altri media, iper legata a stereotipi – di bellezza, di autonomia, di competitività, realizzazione personale – che non corrisponde alla realtà e quotidianità di nessuna donna o quasi e ciò contribuisce a penalizzare le donne disabili, che erroneamente e pregiudizialmente vengono considerate quasi di serie b, ignorando le enormi potenzialità e l'elevatissimo grado di professionalità che invece sono in grado di raggiungere e mettere a disposizione della società.

Le donne cieche e ipovedenti, sono, al pari di tutte le altre donne, anche affermate professioniste nei più svariati campi, così come sanno e possono essere ottime madri, mogli o compagne di vita. Straordinarie ed assolutamente affidabili. Il raggiungimento delle pari opportunità è un percorso lungo e pieno di ostacoli, che deve essere affrontato giorno dopo giorno, e non solo in occasione dell'8 marzo; ancora c'è molto da lavorare, la magica utopia che si vuol raggiungere è quella di un mondo in cui bambini e bambine, uomini e donne possano concretamente avere pari dignità ed eguali diritti ed è per questo obiettivo che uomini e donne dovranno lavorare tutti insieme, confrontandosi e giungendo ad una maturazione e comune condivisione e consapevolezza di sé e dell'altro.


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