Lavoro e professione
Medicina convenzionata, ecco l’atto di indirizzo. Ok dalla commissione Salute delle Regioni
di Barbara Gobbi
Anteprima. Oggi il passaggio, che dovrebbe essere indolore, in commissione Salute delle Regioni. Poi, forse già domani, il via libera della Conferenza Stato-Regioni. Dopo la pausa pasquale, l’avvio delle trattative ufficiali tra Sisac e sindacati. L’atto di indirizzo per la Medicina convenzionata messo a punto dal Comitato di settore guidato da Massimo Garavaglia, dopo una falsa partenza e oltre un anno di stand-by, di nuovo ai nastri. La bozza che sarà all’attenzione della commisisone Salute è infatti indicata come “Documento integrativo dell’atto di indirizzo per la medicina convenzionata deliberato in data 12 febbraio 2014”.
Al cuore, la «revisione e riorganizzazione dei processi assistenziali e di accesso alle prestazioni mediante il coordinamento dell’attività dei medici convenzionati e degli altri professionisti sanitari, anche con il supporto e lo sviluppo di strumenti informatici e telematici, salvaguardando la diffusione capillare degli studi medici e il rapporto di fiducia medico-paziente in un contesto nel quale devono essere assicurati gli obiettivi di salute definiti dalla regione in coerenza con gli indicatori epidemiolgici delle Asl».
Le Aft. Perno del sistema sono le Aggregazioni funzionali territoriali (Aft), articolate su un bacino di utenza massima di 30mila abitanti e deputate a garantire la continuità dell’assistenza «senza determinare ulteriori incrementi di costo, fermo restando le esigenze legate alle aree ad alta densità abitativa». Vi lavoreranno i medici confluiti nel ruolo unico delle cure primarie - con il superamento della distinzione tra medici di assistenza primaria e medici di continuità assistenziale, con il medico di cure primarie che potrà svolgere sia attività professionale di tipo fiduciario sia su base oraria - i pediatri di libera scelta e gli specialisti ambulatoriali. L’impegno è “h16”: le Aft dei medici di cure primarie e dei pediatri di libera scelta assicurano l’apertura degli studi dalle 8 alle 20 dei giorni feriali, dal lunedì al venerdì. Mentre Mentre i medici di cure primarie a rapporto orario saranno presneti tutti i giorni dalle 20 alle 24 e di sabato e festivi dalle 8 alle 20. «Nella successiva fascia oraria - si legge nella bozza di documento - l’assistenza è assicurata dal servizio di emergenza urgenza 118». Continuità ed equità di accesso sono perseguite non solo con l’ampliamento della copertura oraria, ma anche con la «massima diffusione territoriale delle sedi di erogazione (...), anche in collegamento con la rete del Numero unico europeo 116117 dedicato alla gestione delle chiamate per cure mediche non urgenti».
La responsabilità dell’Aft è affidata dall’azienda a un referente scelto tra i medici convenzionati che vi operano, con esperienza nell’ambito dell’assistenza territoriale, dell’organizzazione e della gestione dei processi di cura. L’avvio della Aft sgombera il campo da tutte le esperienze associative precedenti, mentre le risorse prima destinate dagli Acn alla remunerazione dei fattori produttivi confluiscono in un Fondo Aft, che garantisce innanzitutto il mantenimento delle indennità ai medici che al momento dell’ingresso nella Aft le percepiscono. Il Fondo - alimentato anche dalle risorse che si libereranno con la cessazione degli incarichi o con l’aumentare della complessità e cioè dello «standard erogativo e organizzativo» - va poi alla perequazione del trattamento economico dei medici di scelta operanti nella Aft. La restante parte sarà utilizzata dall’azienda per realizzare un’omogeneità di trattamento economico dei medici iscritti negli elenchi di scelta operanti nelle altre Aft del territorio.
Le Uccp. Le Unità complesse di cure primarie sono strutture polivalenti e polifunzionali di riferimento delle Aft, caratterizzate da una sede di riferimento (mentre la Aft può essere “virtuale”) ed eventuali altre sedi sul territorio. La Uccp è pensata per coordinare il lavoro di medici, infermieri, ostetrici, tecnici e riabilitatori e per provvedere all’integrazione con gli altri servizi sanitari di secondo e di terzo livello, ma anche all’integrazione tra sanitario e sociosanitario.
Il nuovo rapporto ottimale. Il criterio di determinazione del rapporto ottimale medico/popolazione non sarà più determinato a livello nazionale ma dettagliato nell’ambito degli accordi regionali, in coerenza con i modelli organizzativi adottati. La contrattazione nazionale in ogni caso potrà indicare un rapporto ottimale, ma le Regioni potranno stabilire un diverso valore sulla base di queste indicazioni: l’Aft rappresenta l’articolazione organizzativa di riferimento da considerare per la valutazione del fabbisogno assistenziale; l’Aft della medicina generale, all'atto dell'istituzione del ruolo unico, include il numero dei medici con attività a rapporto orario determinato dall’applicazione del rapporto ottimale previgente; in seguito i valori del rapporto ottimale sono determinati con Accordi integrativi regionali osservando una proporzione tra medici a ciclo di scelta e medici a rapporto orario pari a 5:1.
Ok dalla commissione Salute delle Regioni. Nel tardo pomeriggio ecco poi il via libera della Commissione Salute delle Regioni alla bozza dell'atto di indirizzo per la riapertura delle trattative per il rinnovo degli accordi collettivi dei medici di medicina generale, della pediatria e della specialistica ambulatoriale. «Abbiamo dato parere favorevole al documento messo a punto dal Comitato di settore»,ha detto Antonino Saitta, coordinatore della Commissione. «Abbiamo convenuto che è stato fatto un buon lavoro. Ora dovrà essere lo stesso comitato ad approvarlo. E, dopo il via libera, la Sisac potrà riavviare le trattative». Per Saitta «il documento permette di ricominciare a discutere. Ma non è il contratto e ci sono quindi i margini per trovare gli accordi necessari: se ci sono cose da limare, si limeranno». Saitta invita quindi a considerare il documento come base di partenza. Dopo tanta attesa per le convenzioni «e' meglio partire con i tavoli di trattativa - aggiunge - meglio miglioramento in marcia che la perfezione in ritardo».
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