Lavoro e professione

Comparti Pa/ Infermieri nella dirigenza sanitaria: impegno comune Ipasvi e Cid sulle nuove aree contrattuali

di Ipasvi-Cid

Valorizzazione della dirigenza infermieristica all'interno dell'area della dirigenza sanitaria. Questo il risultato raggiunto nell'intesa firmata ieri notte tra Aran e sindacati sulle nuove aree contrattuali . In questo senso la Federazione Ipasvi e il Comitato infermieri dirigenti (Cid) hanno avviato assieme un'ampia riflessione sulla funzione dirigenziale infermieristica dopo il suo posizionamento nell'Area della dirigenza sanitaria, con approfondimenti mirati sulle modalità di conferimento degli incarichi, sulla tipologia degli stessi oltre che sugli elementi organizzativi, professionali e giuridici che sottendono il governo dei processi di cura ed assistenza e la gestione delle risorse umane.

«Devono essere perseguiti ed attivati – afferma Nicola Barbato, presidente Cid - modelli organizzativo assistenziali in cui le diverse professioni sanitarie possano lavorare integrandosi tra loro. In questa prospettiva la dirigenza in generale e la dirigenza infermieristica in particolare assumono un ruolo cruciale per creare un ambiente positivo e sicuro, per valorizzare le diverse competenze professionali, per raggiungere gli obiettivi dati con efficacia ed appropriatezza organizzativa».

«La funzione dirigenziale sanitaria – sottolinea Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione Ipasvi - è una. Sia pure con ruoli, finalità e percorsi diversi. Ed è questo il senso che la riforma della Pa, voluta per migliorare i processi operativi della pubblica amministrazione, ha dato al settore dell'assistenza, non altri. Il dirigente infermiere, è utile ricordarlo, concorre al governo e al positivo andamento del sistema organizzativo gestendo un numero significativo di infermieri e governando i processi assistenziali, condividendo con gli altri professionisti le strategie operative e le scelte di sistema».

«La dirigenza sanitaria, di cui quella infermieristica è parte significativa in quanto rappresentativa di ben 430 mila infermieri e specifica per i 270mila alle dipendenze del Servizio sanitario nazionale, concludono Barbato e Mangiacavalli - va ridefinita secondo i bisogni dei cittadini e le reali necessità di un sistema salute che deve modificarsi per continuare a garantire - correlando sostenibilità, qualità ed appropriatezza - solidarietà ed universalismo».

Nel 2024, infatti, ci sarà una popolazione composta più da anziani che da giovani e questo richiede la definizione di processi assistenziali ed organizzativo/gestionali diversi dagli attuali in cui gli infermieri e la loro dirigenza non potranno che essere la leva più importante di cambiamento per modificare schemi e percorsi non più rispondenti alla richiesta di prestazioni e servizi.

La collaborazione e il percorso di analisi intrapreso tra Federazione e Cid, prevede tra l'altro per il dirigente infermieristico collocato nell'area della dirigenza sanitaria, ruoli intermedi, ovvero, posizioni nelle Unità Operative semplici, Complesse e nella Dirigenza strategica nonché nei dipartimenti, la presenza di dirigenti gestionali e clinici delle professioni sanitarie.

Tutto questo, nel rispetto della storica presenza dei dirigenti infermieristici confermata e definita dalla L.251/2000, non può non trovare il giusto collocamento in un contratto unico in cui tutti i dirigenti, con responsabilità, siano fautori del raggiungimento degli obiettivi del Servizio sanitario nazionale.


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