Lavoro e professione

La medicina di distretto a congresso: rilancio delle cure territoriali per liberare i pronto soccorsi

di Gilberto Gentili (presidente uscente Card) e Gennaro Volpe (presidente eletto Card)

“Curare il territorio”, prendersi cura non solo di persone e singoli individui ma della comunità, proteggendo e prevenendo rischi in una determinata area in cui una comunità riconosce il proprio ambiente di vita. È questo il nuovo punto di partenza per Card , che si propone come società scientifica delle attività e dei servizi territoriali, ed accentua la sua caratteristica di associazione multiprofessionale e multidisciplinare.
Alleggerire la pressione sugli ospedali con lo sviluppo di servizi e sinergie territoriali.
In questo programma si inserisce la riorganizzazione di un sistema di sinergie territoriali che lavorino “con” gli ospedali, alleggerendoli del carico di pazienti che quotidianamente vi fanno ricorso. Ad iniziare dai servizi di emergenza. In Italia infatti, esistono circa 800 strutture di Pronto Soccorso (500 complesse e 300 di base), cui affluiscono circa 100.000 persone al giorno. Ma statisticamente solo il 10-15% delle persone ha realmente bisogni “urgenti-emergenti”. Card è stata tra le prime a sottolineare la centralità e l'importanza delle cure domiciliari, delle centrali operative h24 7 giorni su 7, dell'integrazione verticale tra cure primarie e specialistiche, e orizzontale, tra parte sanitaria e sociale. Non a caso, infatti, due dei focus principali del congresso di Napoli vertono sull'appropriatezza della terapia, e sull'aderenza della terapia. Con la prima espressione indichiamo la necessità di fare la cosa giusta alla persona giusta al momento giusto. Non è più il tempo di duplicazioni, di interventi inutili o tentativi di raggiungere obiettivi impossibili (si pensi per esempio al caso stamina), ma bisogna finalizzare le azioni ad obiettivi misurabili, raggiungibili e che aumentino il livello di salute della popolazione. Non meno importante è l'aderenza terapeutica. In italia infatti accade che spesso pazienti cronici non assumano con regolarità la terapia loro prescritta. Questo comporta due tipi di problemi: il primo riguarda il dispendio economico perchè questi pazienti rischiano complicanze derivanti dalla malattia che hanno un impatto sul sistema molto piu' forte rispetto alle cure per la terapia ordinaria. Infatti, il 70-80% degli accessi al pronto soccorso interessa proprio “fragilità da cronicità”. Al tempo stesso viene inficiata la presunta efficacia del farmaco in quanto la sua mancata assunzione puo' falsamente rappresentare una inefficacia del medesimo.

Il distretto come produttore di servizi ambulatoriali, domiciliari e residenziali
Un altro obiettivo di Card è quello di riequilibrare l'offerta tra cure ospedaliere e cure ambulatoriali, domiciliari e residenziali. Le ultime tre dovrebbero avere un sistema di governo unitario, produttore di prestazioni sinergiche e coordinate. Card mira, infatti, a congiungere e riunificare. Vuole cioè superare la distinzione tra ospedale e distretto, in modo che l'ospedale sia parte di un territorio in cui si lavori “tutti insieme per tutto”. In questa visione, si inserisce anche l'intenzione di rendere omogenei i mandati dei 600 distretti facenti parte delle circa 200 aziende sanitarie in Italia, eliminando le differenze, sia interregionali che intraregionali.

Riportare l'ospedale al centro del territorio
Il terzo obiettivo di Card è che non bisogna far lavorare il territorio per l'ospedale ma con l'ospedale. Da tempo infatti Card sostiene che occorre “ri-ospitalizzare il territorio”, non “de-ospedalizzare”. Del resto, come si potrebbe sostenere la riduzione di 100.000 posti letto negli ultimi 15 anni senza ricorrere a soluzioni alternative? Affermare di lavorare con i pazienti, non solamente per loro, implica realizzare percorsi in cui la persona-paziente-utente sia coinvolta, educata alla salute ed alla malattia, in grado di divenire padrona della propria malattia e attrezzata per convivere attivamente con la sua cronicità.
Nasce la “medicina di iniziativa”.
Infine, occorre una medicina di iniziativa, in cui includere promozione e prevenzione. Prevenire la cronicità (prima tra tutte l'obesità, per cui occorrono azioni ben oltre la sanità), è l' unica via per fronteggiarne l'epidemia, e sostenere la moltitudine di persone con malattie di lunga durata ad alto impatto sociale, che poi sono sempre più quelle che si riversano al Pronto Soccorso. Infine, per evitare recidive e reingressi evitabili, l'ospedale deve filtrare i pazienti prima della dimissione, rendendola sempre appropriata e tempestiva, in continuità con gli altri setting di cura.
Su questi temi, sulla necessità di mettere in atto procedure cliniche ed organizzative adeguate e di sensibilizzare tutto il sistema sanitario, dal prescrittore al paziente, CARD presenta nel suo convegno nazionale testimonianze ed esperienze provenienti in gran parte dal mondo della sanità territoriale.


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