Lavoro e professione

Divieto di scuola per i non vaccinati, le perplessità dei pediatri: «Ci rimettono solo i bambini»

di Acp, Associazione culturale pediatri

S
24 Esclusivo per Sanità24

L’assessore alla Salute dell'Emilia Romagna ha espresso l'intenzione di ripristinare l'obbligo vaccinale per l'iscrizione agli asili nido e alle scuole materne, quelli di Toscana e Lombardia sembrano avviati a fare lo stesso percorso. Pur condividendo e, anzi, denunciando a viva voce le forti preoccupazioni legate al trend di calo delle coperture vaccinali e le finalità di protezione della popolazione, non possiamo evitare di evidenziare i tanti dubbi e perplessità legati alla eventuale realizzazione di tali provvedimenti.
Con tutta evidenza si può ripristinare un divieto di iscrizione solo per quei vaccini per cui è previsto un obbligo, cioè l'antidifterite, tetano, epatite B, poliomielite. Di queste malattie, solo la polio ha caratteristiche di contagiosità tali da essere presa in considerazione, ma le attuali coperture attorno al 95% garantiscono ancora una buona sicurezza della popolazione complessiva (semmai ci si deve preoccupare per ogni singolo bambino non vaccinato, esposto al rischio di incontrare il virus selvaggio o vaccinale vivo assunto da qualche immigrato o turista nati in Paesi che ancora usano l'antipolio vivo). Forse il discorso può essere diverso per singole Asl o Distretti della Romagna in cui storicamente si registrano tassi di copertura vaccinale sensibilmente inferiori; in questi casi, se le coperture fossero tanto basse da costituire un rischio per la salute pubblica, il provvedimento sarebbe in parte giustificato. Ma c’è un ulteriore aspetto che riguarda direttamente l’Emilia Romagna: i principali oppositori di questo provvedimento sono già gli operatori dei nidi comunali che, a prescindere dagli effetti di salute, temono di vedere ancora più falcidiato il numero di iscrizioni fortemente diminuiti negli ultimi anni a causa dell’alto costo delle rette. C’è dunque da giurare che saranno proprio i blasonati asili nido emiliano-romagnoli a fare la più forte opposizione alla decisione della Regione.

Non solo i vaccini obbligatori sono utili
Il provvedimento riguarda i vaccini obbligatori con la conseguenza di produrre probabilmente un deleterio effetto “collaterale”: rafforzare la sbagliata convinzione che solo i vaccini obbligatori siano utili, con conseguente ulteriore calo delle coperture per i raccomandati. E invece il problema attuale e reale riguarda proprio due malattie (pertosse e morbillo) i cui vaccini non sono obbligatori e che, attualmente, non garantiscono coperture di sicurezza per la popolazione. Si tratta infatti di patologie infettive ad altissima diffusibilità che solo con coperture superiori al 95% possono essere limitate e contenute nella loro diffusione. Recenti fatti di cronaca - il decesso per pertosse della neonata di Bologna, i focolai di morbillo in atto in Lombardia e Emilia - dimostrano la concretezza e attualità di questo pericolo.

È poi facile prevedere un irrigidimento delle posizioni degli antivaccinatori, con contestazioni e cause che si trascineranno a lungo, oltre al non trascurabile (anzi!) danno e beffa a carico di bambini esposti da genitori sconsiderati a scelte pericolose e poi penalizzati limitati nel diritto a ricevere i benefici legati alla frequenza precoce delle comunità didattiche. Non dimentichiamo l'ulteriore danno in credibilità per il sistema vaccinale legato a nuove decisioni prese a livello regionale piuttosto che unitariamente a livello nazionale.
Piuttosto sarebbe utile uno sforzo aggiuntivo di formazione per il personale che dovrebbe essere sempre più motivato e incentivato e di informazione attraverso la facile disponibilità dei dati di sorveglianza degli effetti delle malattie e dei vaccini. L’obbligatorietà (quella sì, da pretendere) della vaccinazione degli operatori scolastici e sanitari, sia per le obbligatorie che per le raccomandate (è inconcepibile che il focolaio di morbillo in atto in Emilia sia sostenuto da casi verificatisi in operatori sanitari!). La lotta senza quartiere contro le dichiarazioni autoreferenziali e indimostrate che seminano paura e indecisione: girano da anni video che contengono affermazioni di questo tipo esposte in maniera “suadentente” da professionisti che non possono dimostrare in nessun modo quello che affermano. Ma che fanno danni concreti sulla pelle dei più indifesi.


© RIPRODUZIONE RISERVATA