Lavoro e professione

Rinnovo del Ccnl della dirigenza del ruolo sanitario, ecco le proposte Anaao

di Rosanna Magnano

«Un’adeguata manutenzione delle norme contrattuali, dopo sette anni di stallo. Garanzie sulla correttezza attuativa, ormai merce rara in Italia. Una vera ottimizzazione dei modelli organizzativi (che le regioni non hanno ancora fatto). Con tutto l’impatto su risk management, sicurezza dei pazienti e dotazione degli organici». Sono queste alcune delle priorità indicate dal gruppo di lavoro Anaao Assomed sul rinnovo del Ccnl della dirigenza del ruolo sanitario, coordinato dal vicesegretario nazionale Giuseppe Montante.

In attesa che il Comitato di settore Regioni-Sanità vari l’atto di indirizzo (il presidente Massimo Garavaglia lo ha promesso entro giugno) il principale sindacato dei medici ospedalieri avanza una griglia di proposte.

I soldi, come noto, sono pochissimi (300 milioni, pari appena allo 0,4% della massa salariale) e sullo sfondo ci sono le «promesse» della ministra della Salute Beatrice Lorenzin: «Agli Stati generali della professione medica - ricorda Montante - la ministra ha detto davanti a 700 persone che nel 2017 ci saranno 100 milioni in più per le politiche sul personale. Per ora sono soldi teorici ma vedremo».

Si affilano quindi le armi in attesa della prima mossa delle Regioni. «È interesse della parte pubblica trovare un accordo in tempi relativamente brevi - continua Montante - perché sono ancora tutte da risolvere le problematiche legate a orari di lavoro e riposi. Le Regioni sono a caccia di deroghe. Noi siamo disponibili a parlarne all’interno delle ipotesi di legge, ma prima andrà valutata la ricevibilità politica dell’atto di indirizzo».

Tra le proposte del sindacato l’introduzione dello strumento normativo dell «Banca ore individuale», dove ciascuno può depositare le ore di lavoro aggiuntive effettuate e autorizzate.

In generale, il modello che le Regioni tentano di far passare è quello di un Ccnl snello con ampi spazi alla contrattazione decentrata. «Ma per questo servono stanziamenti aggiuntivi aziendali - ribadisce Montante - altrimenti che facciamo? Contratti periferici con i fondi nazionali?».

Insomma la logica è quella del «vedere cammello»: sviluppo di carriera, premialità per il merito. «Sono almeno 6mila i medici degradati con lo sfoltimento dei primariati e delle Unità operative semplici, che sono il nerbo della sanità moderna. Il tutto a prescindere dal merito, costantemente verificato», sottolinea Montante.

Le risorse si possono trovare. Anche senza spendere troppo, ottimizzando le reti con l’apporto dei professionisti che ci lavorano.«Siamo pronti ad aiutare le Regioni ad attuare una spending review interna e puntiforme. Ma i risparmi ottenuti vanno reinvestiti sul personale».

Anche puntando su un nuovo modello nazionale di carriera «verticale» a doppio profilo, prevalentemente gestionale o prevalentemente professionale, con la possibilità di passare da un profilo all’altro. Premiando il «saper fare» con meccanismi di selezione più «trasparenti e meritocratici» degli attuali.


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