Lavoro e professione

La strategia Fimp per migliorare l’adesione vaccinale in Italia

di Giampietro Chiamenti (presidente nazionale Fimp)

Il calo delle coperture vaccinali nel nostro paese, come altrove, rischia di far riemergere malattie infettive superate e il permanere di altre patologie evitabili con vaccino.
In questa difficile realtà, ogni istituzione è chiamata a svolgere il proprio ruolo responsabile nella consapevolezza che solo così, e con il coordinamento e la condivisione delle singole attività, si possa arrivare a una svolta finalizzata alla miglior tutela della salute dei cittadini.
I criteri guida efficaci sono desunti dalla letteratura scientifica in analogia ad altre condizioni di patologia parimenti impattanti sulla salute singola e collettiva.

Occorre pertanto investire risorse umane e tecniche in tre settori:
1. Innovazione
2. Imposizione
3. Informazione
Per innovazione si intende la disponibilità di strumenti (vaccini nel nostro caso) di provata efficacia e sicurezza frutto della ricerca scientifica controllata dalle Agenzie regolatorie secondo normativa vigente. I vaccini devono essere messi a disposizione della categoria medica in modo aggiornato e puntuale con offerta attiva e gratuita su tutto il territorio nazionale perseguendo l'universalità che caratterizza il nostro Ssn. Compito pertanto del Ministero e delle regioni è quello non solo di renderli disponibili ma anche di affinare l'organizzazione della pratica vaccinale rendendola accessibile facilmente per gli utenti delle età previste come target.
In questo settore Fimp partecipa attivamente alla stesura delle edizioni aggiornate del calendario per la vita in collaborazione con altre società scientifiche.
Per imposizione si intende la normativa di legge mirante a ottenere alte coperture. Si deve essere consapevoli che “marce indietro” sul tema dell'obbligo e della sua sospensione sono controproducenti pur riguardanti un'utenza così modificata nella propria consapevolezza dell'utilità delle vaccinazioni rispetto a qualche lustro precedente.
L'obbligo infatti rende inutile il necessario lavoro di counselling da parte delle figure mediche, appartiene a realtà sociali ormai superate, rende difficoltosissima la sua applicazione fra dovere di accoglienza e diritto personale all'istruzione come pure alla tutela della salute anche collettiva, in una poco produttiva evoluzione verso contenziosi legali più o meno strumentali.

Pertanto Fimp, pur commentando positivamente l'attesa iniziativa regionale atta all'obbligo di presentazione di un certificato vaccinale all'iscrizione in comunità, ritiene che tale provvedimento, comunque da estendersi a tutti i vaccini previsti dal Piano nazionale per la Prevenzione, debba esser accompagnato da altri provvedimenti che rendano più facilmente perseguibile l'obiettivo previsto.
Ne cito solo alcuni
• Accesso all'anagrafe vaccinale informatizzata da parte del pediatra e del medico di famiglia nonché del punto nascita e dei PS
• Pubblicazione delle coperture vaccinali per plesso scolastico o asilo
• Allontanamento dei soggetti non immuni per patologia prevenibile da vaccino nel caso di insorgenza nella comunità scolastica di cluster epidemici ; tale allontanamento deve essere previsto della durata minima atta a interrompere il diffondersi della malattia
• Divieto di frequentare attività e corsi non curriculari organizzati dalla scuola ai soggetti non immunizzati per le patologie prevenibili da vaccino.
• Implementazione delle coperture vaccinali nel personale insegnante e non insegnante sia in ottemperanza all'annuale decreto ministeriale per la profilassi antiinfluenzale sia per la tutela della sicurezza dell'ambito lavorativo ancor più pressante trattandosi di ambienti dove sono presenti minori e non raramente minori non vaccinabili per immunodeficienza per patologia congenita o acquisita per i quali vigono anche criteri di solidarietà vaccinale non eludibili.
Certamente i criteri sopra enunciati rivolti alle famiglie sono da abbinare a criteri impositivi da riservare ai sanitari operanti con il Ssn sia come dipendenti che come convenzionati, nella convinzione che non siano accettabili comportamenti difformi dalle raccomandazioni fatte proprie dal sistema vigente. Parimenti si auspicano precisi e doverosi interventi in campo deontologico di competenza degli ordini professionali.
Infine nel settore della informazione sono urgenti iniziative finalizzate a combattere il diffondersi di questa vera e propria malpractice utilizzando gli strumenti più efficaci del web 2.0 nella consapevolezza che i “nativo-digitali” ormai hanno almeno 30 anni e modalità moderne di ricerca di informazioni sui tema della salute, e dei vaccini nel nostro caso, interessano una larga parte della popolazione.
Su questo Fimp, attraverso la propria Rete vaccini, offre collaborazione e disponibilità a 360 gradi a chiunque lo richiedano, istituzioni, categorie professionali, famiglie o privati, utilizzando quanto già attivo sui Social Network (@Retevaccini FIMP e @Fimp Prevenzione su twitter, Fimp Prevenzione su facebook ) e l'app MyPed scaricabile gratuitamente sia su IOS che Android.


© RIPRODUZIONE RISERVATA