Lavoro e professione

De Biasi (Igiene e Sanità) a Dirigenza Medica: «Il personale del Ssn è la priorità. La Stabilità dia i fondi che servono».

di Anaao Assomed

«Senza investimenti sul personale sul piano dell'occupazione, della certezza contrattuale e della formazione non andiamo da nessuna parte in sanità. Questo sia chiaro. Lorenzin dia l'ultimatum alle Regioni per la predisposizione dei fabbisogni di personale così da avviare i concorsi straordinari per colmare emergenze derivanti dal nuovo orario di lavoro”.
Non usa giri di parole la Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi, nella lunga intervista rilasciata al mensile dell'Anaao Assomed, Dirigenza Medica. Nella quale passa in rassegna tutti gli argomenti anche quelli più spinosi che agitano i professionisti della sanità.
Se il personale è la priorità lo strumento per valorizzarlo è la prossima legge di stabilità che dovrà prevedere i soldi necessari per il rinnovo di contratti e convenzioni e per le nuove assunzioni, indispensabili per colmare i vuoti di tutti questi anni di blocco del turn over. «Non si può continuare con le promesse e le pacche sulle spalle. Sono tre anni che in occasione della legge di bilancio presentiamo proposte per il personale e i contratti e sono sempre state accantonate».
Un impegno che chiama in causa anche il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin: «Speriamo che quest'anno sia la volta buona, ma serve una sponda forte con il ministro Lorenzin. Dobbiamo lavorare in sinergia per un affondo comune, come abbiamo fatto per i farmaci innovativi. Il Parlamento è pronto a fare la sua parte».
Ma non è solo questione di fondi. Per De Biasi il personale del Ssn ha bisogno di un'attenzione strategica in grado, non solo di tamponare le emergenze di oggi, ma soprattutto di programmare i bisogni di domani.
Nell'intervista De Biasi tocca tutti i temi cari alla professione.
Sul comma 566, invita a superare l'attuale impostazione, eliminando le ambiguità in esso contenute che hanno creato solo problemi e confusione. Ribadendo la centralità del medico ma anche, «se vogliamo che si continui a lavorare in team con le altre professioni sanitarie, valorizzando infermieri e altri professionisti sanitari, come del resto abbiamo fatto con la legge di riordino delle professioni, ora all'esame della Camera».
Poi c'è il tema della formazione post laurea che «abbiamo provato ad affrontare nell'ambito della legge di riordino delle professioni. Ma il Mef ha bocciato il nostro emendamento sugli specializzandi coinvolgendo le Regioni e gli ospedali. Non possiamo aspettare: è un tema che andrà affrontato e risolto».
In tema di governo clinico chiede attenzione a non rispolverare un dibattito «non so orami quanto utile. Pensare che aziende sanitarie con bilanci milionari non debbano avere un approccio manageriale alla gestione è senza senso. Ma è certo anche che, se la percezione del cittadino (e non solo) è che alla fine le cose si fanno o non si fanno nella sanità solo sulla base dei costi, ciò è sicuramente il portato di una esagerazione nella definizione delle priorità economiche rispetto agli obiettivi di salute. E questo è il lascito della cultura degli anni che abbiamo alle spalle. Ora bisogna riequilibrare la mission ma senza perdere la bussola del management, che anzi deve ulteriormente crescere in qualità e competenza».
Quanto al ddl sulla responsabilità professionale «stiamo attendendo il via libera della Bilancio sugli emendamenti e contiamo di chiudere i nostri lavori in Commissione sanità prima della pausa estiva per portare la riforma in Aula a settembre».
Ed infine una stoccata al suo partito: il Pd deve tornare a imparare che salute non è soltanto l'augurio che si fa dopo uno starnuto.


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