Lavoro e professione

Fimmg, gli scenari del dopo-Milillo

di Barbara Gobbi

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24 Esclusivo per Sanità24

Le dimissioni di Giacomo Milillo da segretario “plenipotenziario” Fimmg hanno fatto precipitare la situazione: perciò spetterà al prossimo Congresso (teoricamente non elettivo), che si inaugura a Cagliari lunedì 3 ottobre, ripristinare una gestione ordinaria transitoria del sindacato. Con le mani libere - liberate dallo stesso Milillo con la lettera di dimissioni inviata venerdì 23 settembre al presidente Zingoni e al Consiglio nazionale - rispetto alle modifiche apportate allo Statuto della Federazione, che legano a doppio filo il segretario al suo esecutivo. Decaduto il primo, decadrebbe automaticamente il secondo.

Nella lettera (v. allegato) in cui rimette il mandato, Milillo ritiene anche opportuno «rimettere all’Assemblea ogni decisione sulla gestione ordinaria - dalla quale per correttezza mi asterrò - ...», ponendosi quindi del tutto “fuori dai giochi”. E quindi lasciando che i giochi si compiano. In ballo c’è non soltanto il prestigio del principale sindacato dei medici di famiglia, ma anche e soprattutto la partita dell’Acn e lo sblocco delle trattative nel momento cruciale in cui la legge di Bilancio, con il possibile tesoretto di risorse che potrebbe essere destinate al contratto, bussa alle porte.

Liberatasi dell’ombra lunga del suo segretario, quindi, la Fimmg va a congresso per decidere: sia sulla persona a cui affidare la gestione ordinaria - il vice segretario vicario Silvestro Scotti? - sia sulla data del congresso straordinario, che deve svolgersi entro 60 giorni e che sarà con ogni probabilità convocato quanto prima. Non solo: sarà opportuno, pensa qualcuno, mettere mano di nuovo allo Statuto riducendo il potere del segretario-zar e ampliando a un esecutivo con maggiore voce in capitolo. Da congresso sbiadito, insomma, la convention del 3-8 ottobre di Domus de Maria diventerà snodo cruciale per decisioni importanti. E per la presentazione, più o meno ufficiale, di eventuali candidature. Di nomi, oltre al napoletano Scotti di cui però una parte dell’elettorato non vede di buon occhio il curriculum di guardia medica, ne circolano almeno altri tre: di Filippo Anelli, che è pure presidente Omceo a Bari, di Vittorio Boscherini (Fimmg Lombardia) e di Fiorenzo Corti (Fimmg Lombardia). Chiunque sarà, lo aspetta un compito non da poco: rilanciare e privilegiare la funzione del sindacato e lavorare a testa bassa per le trattative in Sisac. E chissà se sarà premiato chi prometterà «meno Enpam, più interessi di categoria».

Certo è che i rumors sulla vicenda Milillo-Oliveti non si placano. Ai nostri microfoni il segretario dimissionario aveva parlato di una probabile richiesta nei suoi confronti, da parte dell’Ente, di 3-4 milioni di euro. Una cifra da alcuni considerata decisamente eccessiva, troppo al di sopra del “valore”dell’operazione Enpam Sicura (ammesso che solo di quello si tratti). Senza considerare che quella società, nata per riportare a una gestione in house le polizze relative ai 30 giorni di assenza per malattia dei medici, dopo solo sei mesi di vita si vedeva troncare le gambe dallo stop dei ministeri dell’Economia e del Lavoro. «Enpam non può svolgere attività assicurativa», spiegavano i due dicasteri in una lettera che di fatto metteva fine alla ragion d’essere della creatura che era stata affidata a Giacomo Milillo (presidente) e a Giulio Santini (direttore generale). Con buona pace dei 43 (all’inizio) lavoratori che vi erano stati assunti.


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