Lavoro e professione

In sala operatoria ortopedica con un’app, la formazione in formato smartphone

di Daniele Pugliese

Con un semplice clic sul display del telefonino, più o meno 2.000 fra protesi all'anca, al ginocchio, alla spalla, ricucitura della cuffia dei rotatori o dei legamenti del menisco o altri interventi ortopedici d'elezione eseguiti dai migliori specialisti di 15 centri d'eccellenza in Italia, saranno ogni anno “osservabili” da specializzandi e chirurghi desiderosi di apprendere nuove tecniche e vedere da vicino come opera un loro collega più anziano o maggiormente esperto in quel tipo di intervento.
L'accesso a quelle sale operatorie non richiederà più, come avveniva finora, una lunga trafila burocratica che iniziava cercando di capire nell'ospedale di quale città e in che data venisse eseguito uno di questi interventi, passava per la compilazione di moduli di ammissione, domande e risposte fra centro e centro, e finiva indossando il camice con cui mettersi, in religioso silenzio, alle spalle del miglior professionista per osservare in diretta il suo modo di operare su ossa, giunture e legamenti.
Una semplicissima app telefonica, presentata nei giorni scorsi a Firenze al VI Congresso nazionale di ortopedia organizzato dalla Società italiana ginocchio artroscopia sport cartilagine e tecnologie ortopediche(Sigascot), consentirà di vedere a colpo d'occhio la programmazione degli interventi ultraspecialistici effettuati dai migliori chirurghi italiani e di prenotarsi automaticamente per assistere in veste di “visiting professor” all'operazione artroscopica.

«Più della metà dei circa 800 soci aderenti alla Sigascot – dice Pietro Randelli, professore ordinario all'Università di Milano e direttore dell'Unità operativa di ortopedia 2 del Policlinico San Donato – sono colleghi giovani, i quali oggi possono imparare direttamente in Italia le tecniche più moderne ed avanzate che, fra gli anni Settanta e Ottanta, molti di noi sono andati ad apprendere all'estero nei centri internazionali d'eccellenza, trasferendo nel nostro paese una qualità dell'ortopedia in virtù della quale ci troviamo, con Usa, Giappone e Germania, nei primi quattro posti al mondo». Secondo Randelli – neo eletto presidente della Società, fondata nel 2004 per iniziativa del celebre professor Paolo Aglietti a Firenze – in particolare per quanto riguarda l'ortopedia traumatologica, la situazione dell'Italia è di ottimo livello e nei centri specializzati di tutti i capoluoghi regionali, ma anche in molti altri ospedali sparsi sul territorio, si sta fattivamente operando perché gli interventi vengano effettuati entro 48 ore dal momento del trauma, quando le condizioni del paziente consentono una miglior efficacia dell'intervento di ricostruzione e ritorno alla normalità.
«Ci sono centri – dice –, come per esempio l'Unità operativa dell'ospedale di Viareggio diretta da Mario Manca, dove quasi il 90% degli interventi viene garantito entro 24 ore. Se si pensa che in Italia ci sono oltre 70mila fratture solo del collo del femore, un serissimo problema soprattutto per gli anziani, con gravissimi rischi correlati se non preso in tempo e ben trattato, si comprende quanto importante sia lo sforzo che medici e istituzioni sanitarie stanno compiendo per raggiungere quell'obiettivo non più così lontano».

Ma a fianco della traumatologia ortopedica sempre più spazio sta prendendo la chirurgia d'elezione, quella che, anche aspettando 6 mesi o un anno, consente di recuperare mobilità compromesse da deterioramenti fisiologici o patologici delle articolazioni e dei legamenti, riacquistando una qualità della vita insperabile solo poche decine di anni fa e rispondente alle diverse aspettative di una popolazione che solo anagraficamente è anziana. «Non è più impensabile oggi – aggiunge Randelli che alla direzione della Società riceve il testimone da Stefano Zaffagnini – tornare a giocare a golf a 75 anni perché si è rotta la cuffia dei rotatori alla spalla. Mi sia consentito il gioco di parole: quando sulle spalle, grazie alla vita che si è fatto, di anni se ne sentono 50. E, soprattutto, per raggiungere questi risultati non è più necessario un proibitivo viaggio negli Usa nel miglior centro specializzato in questo tipo di intervento. Oggi in Italia, per dare qualche cifra, di protesi al ginocchio se ne fanno circa 100 mila all'anno, ed altrettante al bacino».
Di qui l'impegno della Sigascot di operare per la crescita professionale e l'aggiornamento dei chirurghi ortopedici e per lo scambio sempre maggiore di informazioni e conoscenze fra i propri soci.
L’idea della app telefonica. Facilitare l'accesso 2 volte al mese nelle sale operatorie di ciascuno dei 15 centri di eccellenza italiani ad assistere in diretta ai quasi 2.000 interventi chirurgici fatti per esempio sull'anca al Rizzoli di Bologna o sulla spalle e le ginocchia al policlinico San Donato e agli Istituti ortopedici Galeazzi e Pini di Milano, o al Cto di Firenze per quanto riguarda i tumori ossei, o alla Cattolica di Roma di giovani chirurghi e specializzandi che lavorano in una qualsiasi altra città italiana, per migliorare anche lì la qualità degli interventi. E garantire, a chi vuol tornare a sciare o a fare una partita a tennis e l'artrosi o uno strappo lo hanno mezzo fuori gioco, di poter coltivare ancora la propria passione a dispetto della data impressa sulla carta d'identità.


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