Lavoro e professione

Silvestro Scotti alla guida della Fimmg

di Barbara Gobbi

Il “post Giacomo Milillo” - dalle dimissioni del 23 settembre per la vicenda Enpam Sicura al tentativo di rientro in campo al congresso di Cagliari fino alla gestione ordinaria nel periodo di transizione - è capitolo chiuso. La Federazione italiana dei medici di famiglia (Fimmg) volta pagina, anche se con una importante linea di continuità: il nuovo segretario nazionale, dal Congresso straordinario elettivo del 20 novembre, è Silvestro Scotti, già vicesegretario vicario di Milillo e traghettatore del periodo intermedio che ha portato la Federazione, ossa rotte e forte desiderio di rilancio, fin qui.

La partita è importantissima e i giocatori non possono permettersi di presentarsi “zoppi”: sono in ballo la credibilità del principale sindacato della medicina generale e la trattativa sul rinnovo dell’Acn.

Nel documento di presentazione della sua candidatura, Scotti, che è presidente dell’Ordine di Napoli, mette in fila le questioni aperte. Con una premessa: sarà un criterio di “collegialità responsabile” a guidare le azioni del sindacato. Che dovrà evolvere verso un «processo di ammodernamento che metta Fimmg nelle condizioni di raccogliere le sfide che l’attendono».

Il rapporto fiduciario e il ruolo, il rinnovo contrattuale e il patto generazionale: questo il binario su cui ha intenzione di concentrarsi l’azione del nuovo esecutivo. La medicina generale, intanto, ha bisogno di essere valorizzata e raccontata all’esterno in tutte le sue attività. «Forse - si legge nel documento di presentazione della candidatura di Scotti - è arrivato il momento di un bilancio sociale della Medicina generale, di cui solo noi possiamo essere gli estensori, perché ne condividiamo il presupposto ovvero la “responsabilità sociale” tutti i giorni». Il tutto rivendicando l’autonomia professionale, di cui i Mmg «oggi sono pienamente consapevoli e convinti assertori». E saranno le Aft, asserisce il neo segretario, il luogo in cui domani andrà valorizzata questa autonomia.

Al capitolo contratto, la prima rivendicazione di Scotti è per il successo sul fronte legge di Bilancio: l’emendamento del Governo sulla quota accantonata, anche per la Medicina generale, a valere sul Fondo sanitario nazionale, «può essere considerato la base per la discussione economica di un Acn che non è più in partenza a isorisorse».

Poi si passa a elencare i punti imprescindibili di un contratto che sia «in grado di garantire l’equilibrio del sistema professionale e previdenziale»: rapporto medici-pazienti connesso all’organizzazione assistenziale proposta; ruolo unico tra assistenza primaria e continuità assistenziale non competitivo né concorrente; riduzione dei tempi di accesso alla convenzione dei medici diplomati del corso di formazione in Medicina generale; massimalizzazione della redditualità dei singoli in epoche precoci e prolungata stabilità di contribuzione previdenziale; anticipo di prestazione previdenziale (App) quale inserimento professionale precoce dei medici diplomati e in evoluzione anche di quelli in formazione; accesso specifico ed evoluzione dei medici che stabilizzi l’area dell’Emergenza sanitaria territoriale e della Medicina penitenziaria, «recuperando motivazioni dei giovani medici a queste aree che altrimenti rischiano di essere travolte da eccesso di offerta nelle altre aree della Mg».

La squadra:
Pier Luigi Bartoletti (vice segretario vicario)
Giacomo Caudo (segretario amministrativo)
Malek Mediati (segretario organizzativo)
Filippo Anelli
Vittorio Boscherini e Fiorenzo Corti vice segretari
Domenico Crisarà (nominato) segretario del segretario


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