Lavoro e professione

L’Intersindacale: «Con 422 mln in meno ennesimo taglio lineare al Fondo sanitario nazionale»

di Intersindacale medica, veterinaria e sanitaria

Iltaglio di 422 milioni di euro a carico del FSN 2017 ha vanificato l'unico punto positivo per la sanità pubblica previsto dalla legge di bilancio 2016. Il Governo, in un colpo solo, si è smentito due volte, prima in rapporto al suo DEF, poi ad una legge di bilancio sulla quale aveva chiesto ed ottenuto la fiducia del Parlamento. Autorizzando le Regioni a scaricare sulla sanità pubblica le proprie difficoltà di bilancio attraverso un prelievo al solito bancomat.
Medici e cittadini non possono stare sereni. I primi per la sorte di un Ccnl desaparecido nelle convulsioni della politica e impoverito da ogni provvedimento legislativo, i secondi per i tagli alla quantità e qualità dei servizi sanitari loro erogabili con 422 milioni in meno. Quella che era la linea Maginot della sopravvivenza del Snn, fissata a 113 miliardi di finanziamento per l'anno 2017, comunque la soglia più bassa tra i paesi del G7, è miseramente e silenziosamente crollata.
Si capisce anche perché le Regioni abbiano cantato in coro, incuranti della immagine da ballo sul Titanic, la soddisfazione per il taglio concordato, e per la successiva ripartizione di un Fsn deprivato fino a 112,5 miliardi. Sapevano già a chi presentare il conto, malati e cittadini in primis, con una nuova edizione di tagli, tasse e ticket, ma anche medici e dirigenti sanitari dipendenti, costretti in modelli organizzativi illegittimi e destinatari di un rinnovato attacco al loro Ccnl.
Governo e Regioni hanno operato un ennesimo taglio lineare, dopo averne annunciato la fine, colpendo l'esigibilità del diritto alla salute dei cittadini sacrificato sull'altare dei bilanci, e degli egoismi, regionali, che evidentemente preferiscono finanziare il rinnovato espansionismo universitario piuttosto che politiche di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale.
Da oggi è più chiara ai cittadini la responsabilità della lunghezza delle liste di attesa e del collasso dei Pronto soccorso: il re è ancora più nudo.


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