Lavoro e professione

I mega dipartimenti mettono a rischio i nuovi Lea della prevenzione

di Fausto Francia, Presidente della Società Italiana di Igiene (SItI)

I mega dipartimenti mettono a rischio i nuovi Lea della Prevenzione. Lo hanno detto a chiare lettere la Società italiana di Igiene, Medicina preventiva e Sanità pubblica (SItI), la Società nazionale degli operatori della prevenzione (Snop) e la Società italiana di Medicina veterinaria preventiva (SIMeVeP), riunite a Senigallia per la Convention dei direttori dei dipartimenti di orevenzione. Le tre sigle, in rappresentanza dei medici igienisti, medici del lavoro e medici veterinari, hanno espresso apprezzamento per i nuovi Lea. D’altro lato ritengono tuttavia che la concentrazione dei Dipartimenti di Prevenzione, a seguito della fusione delle Aziende sanitarie in atto in molte regioni, con la creazione di strutture mastodontiche che allontanano i livelli di governo dai territori, possa rappresentare un elemento talmente negativo da far rischiare fallimento nella loro implementazione. È pertanto necessario riflettere sulla necessità di rivedere questa politica che allontana la Sanità pubblica dai cittadini e dalle istituzioni locali e nel contempo occorre investire sulle risorse umane indispensabili per perseguire gli obiettivi di salute in un contesto in rapida evoluzione con crescenti bisogni.
Sono due i principali temi discussi a Senigallia: la gestione di strutture sempre più complesse e l'implementazione dei nuovi Lea.
Il primo riguarda i livelli di governo dei Dipartimenti di Prevenzione alla luce delle leggi di riordino dei servizi sanitari adottate da varie regioni. Nella maggioranza dei casi si prospettano o si sono già realizzate fusioni; questo con la conseguenza di creare DP di dimensioni tali da interferire pesantemente con la funzionalità del sistema.
E ciò per due principali motivi:
1) Per la prevenzione il target non è costituito solo dai cittadini/utenti come ad esempio per altri dipartimenti territoriali, ma anche dai fattori di rischio o attività produttive presenti sul territorio. Mentre con l'accorpamento di due strutture ospedaliere si può fare economia di scala legata al fatto che i cittadini si spostano, le fusioni delle Asl non riducono il numero di allevamenti, di tetti in amianto, di scuole o di altre strutture soggette a vigilanza né ovviamente la superficie del territorio;
2) Il progressivo allontanamento della direzione del Dp dal territorio indebolisce il rapporto con le amministrazioni locali ed in particolare con i sindaci e ne ostacola la stessa ragion d'essere, vale a dire l'integrare sui problemi locali i vari settori della prevenzione al fine di affrontare globalmente i problemi di salute.
Il secondo tema dibattuto dalle società scientifiche della Prevenzione riguarda i nuovi Lea. Si tratta di un documento di ottimo livello che si attaglia in maniera migliore, rispetto al precedente, alle attività quotidiane dei dipartimenti. Tra gli aspetti positivi c'è l'attestazione dell'importanza delle azioni di empowerment dei cittadini al fine di una migliore gestione della propria salute e l'importanza riconosciuta alle attività di vigilanza e controllo, ad esempio sulle strutture ad uso collettivo, sul “Reach”, sugli alimenti, sui luoghi di lavoro. Mi paiono forti riconoscimenti sia alle attività innovative di promozione della salute introdotte dagli igienisti in questi anni, sia alle attività tradizionali sulle quali però si deve aprire un dibattito su protocolli operativi innovativi, tendenti sia ad una categorizzazione del rischio, sia ad una diversificazione delle tipologie di intervento.


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