Lavoro e professione

I dentisti alla manifestazione del 13 maggio sull’equo compenso

Sia la Cao nazionale sia il sindacato Andi aderiranno alla manifestazione
indetta dalle principali sigle sindacali dei liberi professionisti per ripristinare l’equo compenso, in programma a Roma il 13 maggio prossimo. L’idea di un'unione dei professionisti per ristabilire un equo compenso, nasce dopo la pronuncia della sentenza n. 532/15 della Corte di Giustizia Europea che ha affermato la legittimità, in ambito europeo, dei minimi tariffari inderogabili.

«L’equo compenso, quando si parla di professioni intellettuali, e a maggior ragione quando è la salute ad essere in gioco, come nel caso delle cure odontoiatriche, è un presidio di qualità e sicurezza», afferma il presidente della Cao nazionale, Giuseppe Renzo. «In odontoiatria esistono dei costi incomprimibili: e sono quelli legati alla sicurezza e alla qualità dei materiali, della strumentazione, delle condizioni igieniche e di lavoro. Quando si gioca al ribasso sui costi delle cure, si gioca, quando va bene, con il portafoglio dei pazienti, che credendo di risparmiare subiscono invece danni fisici ed economici. Quando va male, si mette a repentaglio la loro salute e la loro vita. E noi non possiamo permetterlo. Per questo - conclude Renzo - scenderemo in piazza, il 13 maggio, a fianco delle altre professioni. Per questo chiamo a raccolta tutti gli iscritti affinché aderiscano a questa battaglia di civiltà e di difesa del diritto a cure sicure ed efficaci».
«Il diritto di vedersi riconosciuto il giusto compenso per il lavoro svolto è un principio che deve valere anche per la libera professione ed ancora di più per i professionisti che si occupano della salute delle persone», afferma il Presidente Associazione nazionale dentisti italiani (Andi), Gianfranco Prada, annunciando l'adesione dell'Associazione alla manifestazione per chiedere una legge sul giusto ed equo compenso. «Spesso – continua - neo laureati e non solo, sono costretti a collaborare in strutture odontoiatriche, anche convenzionate con il Ssn, per 7 euro l'ora e questo a tutto discapito della qualità della prestazione erogata, mettendo a rischio la salute del paziente». Il presidente Andi torna ad avanzare anche la richiesta di reintrodurre un tariffario minimo di riferimento. «Non per tutelare i professionisti ma per dare ai pazienti la possibilità di capire il valore di quella particolare prestazione. Visti gli alti costi dei materiali utilizzati per le cure odontoiatriche non è possibile scendere sotto determinate cifre e se questo avviene molto spesso è perché vengono utilizzati materiali scadenti, non a norma, provenienti da Paesi stranieri oppure non si dedica il tempo necessario per effettuare quella cura, non si rispettano i protocolli clinici e tutto a discapito della salute del cittadino. Un tariffario indicativo darebbe la possibilità ai pazienti di valutare ed eventualmente porsi i doverosi dubbi e questo, d'altra parte, varrebbe anche per evitare che vengano richieste parcelle esorbitanti, come purtroppo qualche volta accade», sottolinea Prada.


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