Lavoro e professione

Sentenza radiologo, i sindacati: «Il superlavoro è diventato strutturale»

La sentenza della Cassazione che ha condannato l'Asp di Enna per il decesso da superlavoro di un tecnico di radiologia ha scatenato i commenti dei sindacati medici. «Pietra miliare della giurisprudenza in ambito sanitario», ha commentato l’Anaao nella nota diffusa oggi. «La sentenza - si legge - è la migliore risposta a quanti si preparano a chiedere, in vista del rinnovo del CCNL, un uso intensivo e senza limiti del tempo lavoro dei professionisti, scontando la carenza presente e futura di medici come un dato ontologico della sanità italiana. La sicurezza di cittadini ed operatori è un valore non negoziabile. Assunzioni subito se si ha a cuore il destino della sanità pubblica». In questi anni «di tagli lineari, di pensionamenti e gravidanze non sostituite, di svilimento dei contenuti professionali, di precarizzazione violenta del lavoro medico e infermieristico, il Ssn è stato tenuto in piedi grazie allo spirito di sacrificio ed al senso di responsabilità dei suoi operatori, che si sono fatti carico di condizioni di lavoro gravose e rischiose, come il caso di Nicosia dimostra, effettuando una mole di ore di lavoro aggiuntive impressionante, nemmeno retribuite o recuperate, fino a lavorare per 13 se non 14 mesi all'anno. In tempi in cui molti esperti e politici parlano di sprechi e di inappropriatezza in sanità, nessuno ha mai acceso un faro sugli enormi risparmi che le Regioni hanno ottenuto favorendo e sfruttando l'inappropriatezza e l'illegittimità organizzativa».
EAnaao denuncia che «Con l'alibi di dover assicurare la regolarità del servizio per i cittadini, il 'superlavoro' oltre i limiti fissati da leggi e contratti è diventato il perno dell'unico modello di organizzazione del lavoro ritenuto possibile, quello fondato sulle deroghe e, in loro assenza, sulla illegittimità e sull'arbitrio, a dispetto delle conseguenze in termini di insorgenza di patologie, anche mortali, nei lavoratoriPer il sindacato «non è accettabile riversare sui dipendenti tutto l'onere di garantire le prestazioni sanitarie ai pazienti, evadendo l'obbligo di adottare le misure necessarie a tutelare la loro integrità fisica».

I radiologi: «Enna punta iceberg situazione drammatica. Assunzioni o altre vittime»

E anche i radiologi, in una nota firmata da Paolo Sartori, presidente Fassid -sindacato nazionale radiologi SNR, «La vicenda del tecnico di Enna è esemplare ed è la punta dell'iceberg di una situazione che andiamo denunciando con studi, cifre e dati da anni. La mole di lavoro in radiologia è troppa per troppo poche persone. Finte reperibilità che mascherano guardie con 4 o 5 chiamate per notte, costante infrazione della normativa europea, attenzione ai numeri e non all'efficacia delle prestazioni, totale indifferenza verso le problematiche cliniche da parte di molte amministrazioni pubbliche e private determinano un aumento complessivo dello stress».

Sartori ribadisce che il sindacato lotterà per l’applicazione della legge 24 e la trattativa contrattuale imminente porgano fine a questo stato di cose più vicino alla barbarie che alla civiltà. Chiediamo attenzione all'appropriatezza, regolamentazione delle reperibilità e dei volumi di attività che non possono riguardare solo l'attività non clinica, l'adeguamento degli organici e l'assunzione dei giovani. Con un'età media di 55 anni dovremo aspettare la prossima vittima per porre rimedio a un incomprensibile sfascio, la giusta proporzione degli organici fra chi è impegnato nell'attività di assistenza ai malati ventiquattro ore su ventiquattro e chi “assiste” chi è impegnato nell'assistenza».


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