Lavoro e professione

Jobs act autonomo e formazione: le priorità secondo Fnomceo

Sul Jobs act dei lavoratori autonomi medici e odontoiatri si rappresentano da soli. È questo il senso dell’ordine del giorno approvato all’unanimità dal Consiglio nazionale della Federazione degli Ordini dei medici e degli odontoiatri, riunito nel fine settimana a Siena.
«In merito al confronto in corso sul Jobs Act del lavoro autonomo - si legge nel testo -, la Fnomceo ribadisce la propria esclusiva rappresentanza nelle sedi competenti delle due professioni medica ed odontoiatrica in accordo, per i profili di competenza specifica, esclusivamente con la Fondazione Enpam».
I 106 presidenti di Ordine si riferiscono alla stesura dei decreti legislativi che il Governo dovrà emanare, come previsto dal Jobs act per i lavoratori autonomi.
In particolare l'articolo 5 della legge 81/2017 delega l'Esecutivo ad adottare uno o più decreti per rimettere alcuni atti pubblici a professioni organizzate in Ordini e in Collegi mentre l'articolo 6 prevede l'emanazione di norme che permettano agli enti di previdenza di diritto privato di attivare prestazioni complementari di tipo previdenziale e socio-sanitario, oltre che prestazioni sociali nei confronti degli iscritti colpiti da gravi patologie o che abbiano subito una significativa riduzione del reddito professionale.

Il  Consiglio nazionale, inoltre, ha approvato all’unanimità anche una mozione proposta da Filippo Anelli sulla revisione dell’intero sistema formativo. Secondo le stime, infatti, saranno 36mila i medici che resteranno intrappolati nel cosiddetto imbuto formativo nel decennio 2017/2026: laureati che non riusciranno a iscriversi né alle scuole di specializzazione né al corso di formazione specifica in medicina generale, rimanendo così, di fatto, “formati a metà”, senza poter accedere alla professione, e costretti a emigrare o a accettare condizioni di sottoimpiego. A fronte di questo, ci sarà l’ondata di pensionamenti, «quasi uno tsunami» che coinvolgerà, nello stesso periodo, il 70% dei medici oggi in servizio.

La soluzione? Secondo la mozione occorre implementare le procedure concorsuali per i medici dipendenti e incrementareo i contratti di formazione specialistica «di quanto necessario per coprire il fabbisogno derivante dal pensionamento nel prossimo decennio degli specialisti operanti nel servizio Sanitario Nazionale». Servirà raddoppiare già da quest’anno, in parallelo, il numero di borse di studio per il corso di formazione in medicina generale, nonché riaprire i bandi regionali per l’accesso allo stesso corso per i laureati non ancora abilitati incrementando anche le attività compatibili con la frequentazione del corso. La proposta Fnomceo contempla anche iniziative più strutturali: promuovere un coordinamento con il Miur e le altre parti interessate «per una scelta oculata delle date dei concorsi» e reclutare tutte le competenze professionali disponibili nel Ssn per incrementare l'offerta formativa e «integrare il binomio formazione-università».


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