Lavoro e professione

In difesa del Ssn: ai nastri la Scuola Civica di Alta Formazione di Cittadinanzattiva-Tdm

di Tonino Aceti (coordinatore nazionale del Tribunale per i dirittidel malato-Cittadinanzattiva)

È ai blocchi di partenza la “Scuola Civica di Alta formazione. Diritti e partecipazione in sanità” di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, una Scuola che intende valorizzare e offrire al Paese competenze, esperienze, evidenze, sensibilità maturate dal nostro Movimento in 40 anni di storia di tutela dei diritti e di partecipazione civica. Si tratta di un’altra importante intuizione del nostro Movimento che variamo con diversi obiettivi, e che quest’anno parte con quattro moduli formativi realizzati grazie al sostegno non condizionato della Merck.

La nostra è una storia di cura di un bene comune, di una conquista irrinunciabile, di uno strumento per garantire democrazia e coesione sociale, oltre che di uno straordinario investimento per l’economia e lo sviluppo del nostro Paese: è il Servizio sanitario nazionale. Ce ne siamo presi cura sin dalla sua nascita, in termini di salvaguardia e accessibilità, ma anche e soprattutto guardando al suo sviluppo e cambiamento, per permettergli in modo dinamico di intercettare e rispondere meglio alle sfide del futuro e farlo stare, quindi, al passo con i tempi.

Una storia che non abbiamo scritto da soli, ma con tante altre organizzazioni di cittadini, professionisti, soggetti pubblici e imprese private.

La Scuola vuole essere un ambiente formativo “in movimento”, che metta insieme culture, competenze, esperienze e buone pratiche, oltre che punti di vista diversi, con uno sguardo anche a ciò che avviene in Europa e non solo. Si rivolge ai decisori del Ssn, a tutti i professionisti che vi lavorano, alle organizzazioni  di cittadini e pazienti, ma anche al mondo delle imprese  e della comunicazione e la sua ambizione è quella di produrre cambiamenti reali negli individui e nelle organizzazioni, coerenti con una visione del Ssn che metta al centro il bisogno e l’interesse della persona, capace di garantire il rispetto dei diritti e allo stesso tempo un uso appropriato di tutte le risorse a disposizione: economiche, umane e strumentali. Un Servizio sanitario nazionale capace di mettere in vero equilibrio il rispetto del diritto alla salute (del malato) e l’effettività e uniformità dei Lea con il principio del pareggio di bilancio, che a quanto ci risulta è invece ancora il prevalente obiettivo sul quale ci si sta concentrando. Un Ssn in grado di riconoscere i cittadini come attori, e non più solo come spettatori o “consulenti”, delle politiche pubbliche per la sua sostenibilità.

Tra i tratti distintivi della Scuola vi è quello di essere orientata al raggiungimento di “cambiamenti in pratica” e quella di voler attivare una community di soggetti “responsabili” che “in rete” siano agenti del cambiamento necessario per il rilancio del Servizio sanitario nazionale e del diritto alla Salute della collettività.

Ma la Scuola Civica di alta Formazione è anche altro. Si propone come un luogo nel quale provare a riaprire un serio dibattito e un confronto costruttivo a tutto tondo sulla Sanità, basato sulla corretta informazione e sulle evidenze, al fine di restituire al Ssn la fiducia che merita da parte di tutti. E lo fa ad esempio offrendo una lettura nuova e alternativa di concetti molto importanti, che hanno segnato, non sempre in modo positivo, le politiche pubbliche sul Ssn e il diritto alla salute dei cittadini, come ad esempio quello della “Sostenibilità”. Per le Istituzioni infatti la sostenibilità del Ssn è stata affrontata sin qui guardando prevalentemente alla dimensione economica, affermando il principio che il Servizio sanitario è sostenibile se compatibile con le risorse allocate secondo una precostituita scala gerarchica dei valori dell’Istituzione che governa in un dato momento il territorio nazionale, regionale e locale.

Per i cittadini  invece il Ssn è sostenibile se innanzitutto è accessibile nei tempi giusti, se non lascia indietro nessuno, se è in grado di ridurre le attuali disuguaglianze garantendo pari opportunità, se garantisce equità, sicurezza, qualità, personalizzazione, innovazione, adeguata comunicazione  e  umanizzazione delle cure… se è in grado di approvare e attuare realmente le riforme che servono davvero ad ammodernarlo e renderlo al passo con i tempi e i bisogni delle persone, superando gli interessi delle singole categorie. Se è in grado di sostenere i redditi delle famiglie e nello stesso modo in tutte le Regioni, e se tutto questo viene realizzato garantendo “conti in ordine”.

Ma come riuscire a garantire tutto questo? La nostra Scuola Civica di Alta Formazione vuole essere proprio il luogo dove provare ad offrire risposte pratiche e di sistema a questi problemi con i quali i decisori, i professionisti della sanità ma anche le organizzazioni di cittadini e pazienti si confrontano ogni giorno, come ad esempio il tema degli acquisti in sanità, linguaggi e comunicazione efficace, partecipazione civica.

Il focus della scuola non è quello di fornire competenze di management ma di rendere evidente la praticabilità di politiche pubbliche, forme organizzative e comportamenti che garantiscano la centralità dei diritti e dei bisogni, l’effettività dei Livelli Essenziali di Assistenza, il coinvolgimento dei cittadini e dei pazienti, nonché l’utilizzo ottimale delle risorse a disposizione.

Per questo ambizioso programma abbiamo chiesto il prezioso contributo di competenze ed esperienze di soggetti diversi che compongono il Comitato scientifico della Scuola Civica, tutti in piena sintonia con lo spirito e gli obiettivi dell’iniziativa, e che vorrei ringraziare uno ad uno: Renato Balduzzi, Giovanni Bissoni, Stefano Alessandro Inglese, Giovanni Moro, Marina Perrotta, Walter Ricciardi, Francesco Ripa di Meana, Silvia Rossi, Silvia Tonolo, Rossana Ugenti.

Tonino Aceti

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