Lavoro e professione

Simit: «Le vaccinazioni restano imprescindibili»

Alla vigilia del Meeting Salute di Rimini il prossimo 21 agosto, che avrà come tema anche i vaccini e mentre al Senato si discute del decreto che ontroduce l’obbligo delle vaccinazioni per le iscrizioni a scuola, la Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali (Simit) esprime preoccupazione «sui possibili effetti di polemiche strumentali che spostano l'attenzione dal problema reale, che consiste unicamente nell'ottenere la necessaria copertura vaccinale e nel cogliere l'occasione di interrompere la diffusione nel Paese di alcune delle principali malattie infettive prevenibili».

«Il passaggio di alcuni vaccini da obbligatori a raccomandati - spiega Massimo Galli, vicepresidente Simit - potrebbe indurre un'opinione pubblica disorientata a percepire la decisione come un suggerimento a considerarli ‘meno importanti' e quindi a soprassedere alla loro assunzione. Va ricordata per contro la loro assoluta importanza. Tra essi, ad esempio, sono compresi i vaccini contro il meningococco. La disponibilità, che è fatto solo recente, di vaccini contro i principali sierogruppi di meningococco implicati in malattie invasive rappresenta un'occasione fondamentale per limitarne la circolazione, per abbattere l'incidenza della malattia e per proteggere individualmente le persone vaccinate in età infantile».

Una delle vaccinazioni per le quali è stata mantenuta la proposta dell'obbligatorietà, «ma che resta sotto il tiro incrociato degli antivaccinatori e della incompetenza di alcuni politici, è quella contro il morbillo. L'epidemia in corso - continua Galli - è arrivata a coinvolgere anche i componenti della squadra nazionale di pallanuoto e giusto oggi ha riconquistato ampi spazi nelle cronache per l'episodio di Vietri sul Mare, che ha colpito 3 persone e costretto al monitoraggio di altre 700. Come purtroppo prevedibile, è stato registrato almeno un decesso per morbillo in un bambino non vaccinabile, in quanto affetto da malattie incompatibili con la vaccinazione e non più protetto dall'immunità di gregge (la copertura offerta ai non vaccinabili dalla vaccinazione di almeno il 95% degli altri). Nonostante ciò, le ‘esitazioni' su questa vaccinazione continuano a tenere banco».

Secondo la Simit inoltre, «non aiutano certamente a ridurle le affermazioni contro l'obbligatorietà da parte di politici di regioni che vantano coperture vaccinali assai inferiori alla soglia richiesta del 95% e che non hanno impedito il verificarsi di un importante numero di casi di malattia. Infatti il 90% dei 3.501 casi segnalati dall'inizio dell'anno al 9 luglio scorso all'ISS è stato riportato in sette (Piemonte, Lazio, Lombardia, Toscana, Abruzzo, Veneto e Sicilia) delle 18 regioni italiane interessate dall'epidemia. Il fatto che il 73% dei casi si sia verificato in persone di età pari o superiore ai 15 anni punta ulteriormente l'indice sulla insufficiente copertura vaccinale. Una percentuale rilevante dei giovani adulti non è mai stata vaccinata e non ha mai contratto l'infezione ed è quindi suscettibile ad infettarsi ora che il virus ha ripreso a circolare. Il fatto che solo quest'anno si siano verificati 255 casi in operatori sanitari denuncia la mancata immunizzazione di gran parte dei giovani adulti e impone di correre ai ripari per evitare che gli stessi operatori sanitari fungano da amplificatori dell'epidemia. La recente polemica sulla vaccinazione degli operatori scolastici non ha ragion d'essere, sul piano scientifico, perché , come per i sanitari, interviene sia la necessità della loro protezione individuale, sia quella di impedire che fungano da amplificatori dell'epidemia non solo nel contesto lavorativo, ma anche nel proprio ambito familiare e sociale».

A fronte della necessità di sostenere la pratica vaccinale e delle robuste ed incontrovertibili basi scientifiche a sostegno della stessa, «è innegabile che la vaccine hesitancy - conclude Galli - sia un fenomeno non solo da oggi diffuso nel mondo e che coinvolge purtroppo, in termini più o meno palesi, anche personale sanitario. Molti dei genitori di oggi appartengono a una generazione che ha goduto dei vantaggi dei vaccini contro le principali malattie prevenibili e che non ne ha direttamente ‘visto' gli effetti, a differenza delle generazioni precedenti che, per esperienza diretta dei danni causati da queste malattie, avevano chiara percezione dell'utilità dei vaccini per il singolo e per la comunità. Senza nulla togliere alla necessità di giungere a una rapida definizione ed applicazione di politiche vaccinali che garantiscano la sicurezza della popolazione, la qualità, spesso desolante, del dibattito in corso testimonia la necessità di campagne di educazione sanitaria che favoriscano la comprensione dell'importanza dei vaccini e della loro corretta assunzione».


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